Traffico congestionato già su via Maria Santissima Ausiliatrice per l’ultima di Gerardo Bevilacqua. A Cerignola, il candidato showman della lista “Voci Nuove”, ha chiuso la sua campagna elettorale in corso Vecchio. Il suo arrivo è in pompa magna, sulle note di “Granada”. Ci sono persino le magliette con la scritta “Io sono ribellione” in vendita a dieci euro. Lui arriva e parte in quarta. Vuole fare “piazza pulita”. “Vergogna signor Giannatempo (il sindaco uscente, ndr). I nostri figli stanno andando nei centri sociali. Non è la delinquenza ma la fame che fa fare brutte cose”. E ancora: “Elena Gentile vai via, parli come Metta! Anzi, fatti la residenza a Bari perchè hai tradito il tuo paese. A noi ci portate la monnezza e qua stiamo pieni di cancro e tumore. Vi siete venduti tutti quanti. Caro Metta, io sono un vero ribellione e non mi vendo per nessuno!”.
Bevilacqua è scatenato, anche perché aizzato dai ragazzini in prima fila che gli consigliano le battute. Ce l’ha soprattutto con Giannatempo, candidato al Consiglio regionale: “Vuole andare a Bari a rubarsi il terzo stipendio”. Poi il suggeritore dietro di lui gli dice di parlare di Renzi, pensioni e invalidità. Gerardo Bevilacqua, nel solito dialetto ai limiti del comprensibile, ha chiesto un pezzo di carta con scritti gli argomenti. “Non mi ricordo niente”.
Piccola pausa poi tira in ballo Giuseppe Di Vittorio: “Si sono fatti tutti la bocca parlando di lui ma si sono dimenticati i suoi insegnamenti. Se vado al comune – ha aggiunto – facciamo le cooperative perchè dobbiamo aiutare i ragazzi col diploma e i laureati. Ora vi lascio. Cultura, sociale, lavoro, aria pulita. Viva Cerignola, viva Giuseppe Di Vittorio!”
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