Il silenzio della marcia degli esercenti vittime di rapine voluta da Confcommercio non ha scosso la città. Poche fiaccole e serrande a metà. E tanti spettatori sui marciapiedi. Meno di trecento persone all’avvio e defezioni lungo il tragitto. Il corteo per la legalità ha percorso nella più totale indifferenza le vie cittadine di Cerignola ieri sera. È partito da Corso Gramsci per proseguire lungo Corso Aldo Moro prima di sciogliersi sotto Palazzo di Città, dove una delegazione del comitato promotore ha consegnato al sindaco la proposta di delibera che sarà sottoposta all’attenzione del Consiglio comunale monotematico sulla sicurezza, in programma oggi.
La risposta in termini di partecipazione “è stata inadeguata”, a colpo d’occhio e a giudizio delle istituzioni civili e militari che hanno sfilato contro la criminalità predatoria. Ancor più se si mettono in fila le sigle sindacali che hanno accolto l’invito di Vincenzo Specchio, da Confesercenti a Confindustria, Federfarma, Cna, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Uil e Cgil, con il sostegno della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano e dall’amministrazione comunale.
È evidente, a sentire il dirigente del locale Commissariato di Polizia, Loreta Colasuonno, che l’aumento esponenziale di furti e rapine “è un problema che non si avverte, finché non si cade vittima”. È il messaggio lanciato da tutte quelle attività commerciali ed esercizi che si sono mostrate indifferenti al passaggio del corteo, segnando “una distanza che fa sempre un po’ effetto”, osserva don Pasquale Cotugno, a capo del coordinamento cittadino di Libera. “Sembra che stanno a guardare una processione. Non tutti hanno la consapevolezza che bisogna diventare più attori, e non spettatori. Spero che le sigle che hanno organizzato la fiaccolata diventino sempre più attive all’interno delle proprie categorie, perché mi pare stiano facendo poco per questa problematica. A livello di sindacati devono diventare più organizzati e lanciare più segnali. Serve molta più trasparenza e denuncia; cose che non vengono fatte”. L’auspicio dell’anticrimine sociale è che la “consapevolezza aumenti sempre di più”, spronata da stimoli alla partecipazione attiva come la fiaccolata di ieri. E domenica prossima, la manifestazione promossa proprio dal presidio di Libera, per commemorare le vittime di mafia e rilanciare le campagne contro la corruzione, sarà un’altra occasione per esserci. “Soprattutto per i candidati alle prossime elezioni -sottolinea il parroco-, perché la legalità passa attraverso il serio impegno politico, oltre a una maggiore consapevolezza dei cittadini che devono diventare sempre più protagonisti responsabili”.
Gli aspiranti sindaco di ogni compagine, ufficializzati e in attesa del verdetto barese, c’erano tutti o quasi, ieri. “Contro la criminalità, per la legalità, solo le assenze sono strumentali, mai le presenza”. È il richiamo scritto all’assente, il candidato della coalizione del cambiamento, Franco Metta (che attraverso una nota diffusa in mattinata comunicava la scelta di non marciare per evitare eventuali strumentalizzazioni politiche), giunto il giorno dopo a firma del candidato sindaco del centrosinistra, Tommaso Sgarro, che rimprovera all’avversario l’incoerenza del “casino allucinate per quattro ruote rubate”.
Deluso anche il primo cittadino. “Personalmente mi aspettavo che la città drizzasse la schiena, manifestando con la presenza un grido forte di risveglio. Non dico che è una città omertosa, ma silente, addormentata, di fronte a problemi drammatici come questo, che si risentono personalmente quando si è colpiti, poi, se succede agli altri non interessa. Questa è la cosa strana di questa città”, osserva il sindaco Antonio Giannatempo, constatando come lo spirito della “lodevole iniziativa” non sia stato colto neanche dagli stessi aderenti e dalle categorie colpite. “Vedo tante serrande aperte. Questo corteo era più nutrito quando è partito. Speravamo si rinfoltisse strada facendo, invece molta gente si allontana. I dipendenti della Cgil, davanti ai nostri occhi, sono andati via per tornare negli uffici. Questo la dice tutta. È un problema culturale”.
“La gente c’è ed è già una risposta importante per questo tipo di manifestazione che noi abbiamo fatto. Sono convinto e sicuro che la prossima volta saranno ancor più numerosi”. L’affluenza non è stata il massimo, ma la ritiene comunque positiva il numero uno di Confcommercio Foggia, Damiano Gelsomino, in marcia accanto al presidente cittadino, Vincenzo Specchio. “Ci sono tutte le delegazioni sindacali, c’è la curia vescovile, l’amministrazione comunale. Siamo tutti uniti per far fronte comune contro un unico problema”, aggiunge Specchio, giustificando i colleghi che hanno preferito lavorare. “In prossimità delle feste pasquali si concentrano le vendite e in questo periodo di crisi per i commercianti chiudere completamente diventa difficile. Si è chiesto di dimostrare vicinanza e partecipazione abbassando a metà la serranda al passaggio del corteo e molti lo stanno facendo”.
C’è chi tra gli esercenti, pur consapevole del fenomeno, vittima o solidale nei confronti dei colleghi, ha scelto di non partecipare a una fiaccolata che si sarebbe risolta in una passerella politica sotto elezioni. Per gli organizzatori, invece, il risultato raggiunto è proprio quello di aver “costretto la politica ad assumere un impegno verso questa emergenza”. Ne è convinto il consigliere comunale Gianni Ruocco, in prima fila al corteo in qualità di cittadino e a nome di Federfama. “Cerignola non deve stare con le mani in alto, come se si fosse arresa. L’obiettivo è dare un segnale e ottenere, con la proposta di delibera, che il comitato promotore ha preparato e il Consiglio comunale esaminerà domani (oggi per chi legge, ndr), delle semplici soluzioni attuabili. Dappertutto in Italia –esemplifica il farmacista- esiste un numero unico per la sicurezza per smistare i soccorsi al cittadino, a seconda dell’evento segnalato: furto, rapina, incidente. Qui accade che si contattino i vigili urbani per il furto di una macchina. Sono cose che si possono fare da subito e non costano niente”.
Tra le richieste legittimate da 1500 firme, l’incremento del controllo del territorio, anche attraverso l’ausilio del sistema di videosorveglianza, l’elevazione a Commissariato di primo livello per il presidio di pubblica sicurezza e più controlli nelle campagne per scoraggiare i furti di rame. Il reparto prevenzione crimine negli ultimi tempi, in base alle esigenze, perché sopperisce alle carenze dell’intera provincia, coadiuva le forze dell’ordine e il controllo del territorio ha beneficiato di 8 pattuglie nelle ultime settimane, rispetto alle solite due volanti di Ps e Carabinieri. E “i risultati si vedono”, conferma il dirigente Colasuonno.
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