Da una regione con meno di 600mila abitanti, al secondo Policlinico della Puglia. È caos sulla decisione del governatore Nichi Vendola che, d’accordo con il rettore dell’Università di Foggia Maurizio Ricci, ha scelto Antonio Pedota, manager campano di 53 anni, come direttore generale degli Ospedali Riuniti. Un “perfetto sconosciuto” per alcuni addetti ai lavori, peraltro non presente negli elenchi pugliesi per i manager delle aziende ospedaliero-universitarie.
Certo, la legge permette di “pescare” nominativi altrove, ma come si spiega la virata di Vendola? Bruciato il barese Nicola Delvino, dopo le dichiarazioni contrarie dell’ex assessore regionale alla Salute ed europarlamentare Elena Gentile, inaspettatamente la Giunta ha virato sul salernitano classe ’62, in lista sì ma in Basilicata. Laureato in giurisprudenza a Cassino, è stato segretario della sezione del Pd di Lauria, scatenando le polemiche sulla selezione del management al “San Carlo” di Potenza, dove assieme all’ex direttore amministrativo c’era un’altro democrat, Bruno Mandarino.
Fino allo scandalo della Cardiologia, che ha sconvolto l’intero management. “Vendola aveva attivato un percorso che prevedeva la selezione con criteri aggiuntivi per le aziende ospedaliero – universitarie – accusano alcuni addetti ai lavori -, ma ha smentito se stesso pescando altrove, in liste diverse”. Sulla stessa linea l’ex direttore regionale dell’Ares (Agenzia regionale sanitaria) Puglia Mario Morlacco, sub commissario prima nel Lazio poi in Campania, tra i massimi esperti della sanità pugliese: “Non lo conosco, non ha mai partecipato a tavoli nazionali – commenta a l’Immediato -, ci sono aspetti molto gravi nei criteri di selezione, come la norma sulle incompatibilità dei soggetti in quiescenza, un aspetto che tira fuori le persone pi preparate: la managerialità si acquista con l’esperienza. E ancora, come si fa ad escludere chi ha lavorato nel privato nei due anni precedenti? Mi preoccupa questa carenza di professionalità che si sta evidenziando sempre di più in Puglia”.
Eppure, nella regione guidata da Vendola c’era una platea di nomi (almeno 5) dai quali si poteva pescare. Ma non si è trovato l’accordo. Quei “criteri aggiuntivi” dovevano essere l’elemento determinante per selezionare il meglio per le aziende ad alta complessità, come le ospedaliero-universitarie. Sul punto arriva il “no comment” del preside della facoltà di Medicina, Matteo Di Biase, che rispedisce ogni valutazione al rettore dell’Università. “È la scelta migliore – fanno sapere dalla Giunta regionale -, parliamo di un manager che ha gestito un’azienda con quasi 1000 posti letto, è stato direttore della segreteria del Tar e dirigente all’Asl. Dice di non saperne nulla l’ex assessore Gentile: “Magari adesso ci ritroviamo Delvino come direttore sanitario ai Riuniti o addirittura come direttore generale all’Asl di Foggia…”. Non dovrà attendere molto per la risposta, visto che oggi ci sarà la Giunta regionale decisiva che dovrà decidere anche sul futuro di Piazza della Libertà, dove continua ad essere insistente il nome di Michele Ametta, direttore amministrativo degli OO.RR., sul quale sembrerebbe esserci il placet di Leonardo Di Gioia.