Oltre 70 comuni in tutto il territorio regionale hanno aderito alla campagna “Puglia Eternit Free” e anche Cerignola è nell’elenco. Su iniziativa dell’assessorato alle Attività Produttive si è tenuto ieri, nell’aula consiliare di Palazzo di Città, un incontro di promozione e informazione sulla campagna di sensibilizzazione targata Legambiente Puglia e realizzata con il patrocinio dell’Assessorato regionale alla Qualità dell’Ambiente. Lo scorso dicembre, con il lancio di “Puglia Eternit Free” Legambiente ha diffuso i dati sul fenomeno della presenza di amianto nella nostra regione. Circa 5mila tetti, per una superficie totale di un milione e 140mila metri quadri, e una presenza complessiva stimata in un milione e 750mila metri cubi. “È una stima che si deve a sistemi di rilevamento dall’alto e dai dati in nostro possesso risulta che solo il 15% dei siti è stato bonificato”, ha fatto sapere il presidente Legambiente Puglia, Francesco Tarantini.
“La Puglia, insieme al Molise, è stata una delle ultime regioni ad adottare il piano regionale amianto, che a giorni sarà portato in Consiglio regionale per essere definitivamente approvato. Abbiamo voluto contribuire al censimento -ha aggiunto- istituendo un numero verde per chiedere un sopralluogo tecnico gratuito”. Un modo per fornire ai cittadini gli strumenti per difendersi dall’amianto e promuovere una rilevazione statistica della sua presenza nelle aree urbane, industriali e agricole, avvalendosi del contributo del partner tecnico Teorema SpA, la società specializzata col compito di effettuare un sopralluogo gratuito (basta comporre il numero verde 800131026 oppure compilare il modulo sul sito di Legambiente Puglia, Teorema SpA e di tutti i Comuni che hanno aderito alla campagna di informazione).
Non esistono “procedure fai da te”, avverte il direttore tecnico della Teorema Spa, Giovanni Milano. “Manipolare questi materiali è assolutamente pericoloso. Occorrono attrezzature specifiche e personale addetto”. Il costo di simili operazioni di smaltimento e bonifica, anche per piccoli interventi, è assai oneroso “in rapporto alla capacità di spesa del privato cittadino, rispetto a un’azienda”. Per queste ultime giunge in soccorso il bando Inail (ISI 2014). Scopo dell’iniziativa, voluta dall’assessore Rosario Spione e condivisa dal sindaco Antonio Giannatempo, era anche quello di pubblicizzare l’opportunità di finanziamento promossa dall’istituto di previdenza con lo stanziamento a favore della Regione Puglia di 11.616.224,00 euro, quale contributo da destinare ad aziende agricole, artigianali, industriali e commerciali per la realizzazione di interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Destinatari del contributo in conto capitale, con un sussidio pari al 65% delle spese sostenute (la quota massima erogabile è pari a 130mila euro, il contributo minimo è pari a 5mila euro), sono le aziende iscritte alla Camera di Commercio e le ditte individuali, ha chiarito Vincenzo Mazzeo, direttore dell’Inail di Foggia, intervenuto insieme ai colleghi Domenico Conticchio e Rosaria Labia. Sono esclusi dunque i privati e ci si potrà candidare al bando a partire dal prossimo 3 marzo, data di avvio della procedura informatica. Il finanziamento riguarda però non il mero smaltimento di amianto, ma l’eventuale sostituzione di un manufatto pericoloso e comprende anche i costi di consulenza tecnica.
Anche se è ormai riconosciuta l’estrema pericolosità dell’esposizione al minerale, in quanto le fibre di amianto sono responsabili di patologie legate all’apparato respiratorio e strettamente connesse all’insorgenza di tumori che interessano anche altri organi, come sottolineato durante l’incontro da Laura Bergantino, ricercatrice dell’Università di Foggia, “nel 2014 -fanno sapere dall’Inail Foggia- delle 164 domande ammesse a finanziamento solo 13 riguardavano bonifiche per amianto”. Le richieste scarseggiano, forse, anche perché per le imprese non è conveniente un finanziamento parziale”, sostengono alcuni imprenditori che hanno aperto al dibattito l’incontro moderato dal giornalista de L’Espresso Tommaso Forte.
I costi di bonifica hanno un peso economico notevole anche per gli enti pubblici, impotenti di fronte a un pericolo per la salute collettiva. È quanto emerso dalle dichiarazioni del dirigente del servizio Ambiente del Comune di Cerignola, Custode Amato. “In questo comune si sta ristrutturando una scuola nata nel 1930 con problemi di presenza di amianto, e ogni volta che arrivano segnalazioni come questa si incontrano difficoltà. Dal 2010 il Comune ha messo fondi a disposizione per le bonifiche di suoli oggetto di scarichi abusivi in siti pubblici, sottratti al godimento del decoro pubblico. Per quest’anno sono stati impegnati100mila euro per bonificare anche aree soggette a scarichi di amianto. Smontano le tettoie, le frantumano, e ci sono fotografie dei carabinieri del Noe che lo testimoniano, e le nascondono sotto strati di sabbia. Ogni tanto si riesce a individuare questi soggetti, ma molto raramente per la vastità del nostro territorio”, ha raccontato il dirigente, riferendo di un episodio risalente al 3 giugno scorso. Nei pressi del fiume Ofanto, in località Moschella, sono state rinvenute 30 tonnellate di amianto frantumato. Segnalazioni che impongono un tempestivo intervento che non può attendere le tempistiche degli iter burocratici. “Nella richiesta di cofinanziamento per la bonifica indirizzata alla Regione avevo dichiarato che era stata fatta la bonifica, per cui siamo stati esclusi. Ma se la domanda di finanziamento viene inoltrata a gennaio per ottenere a settembre le risorse utili, posso mantenere per 8 mesi una situazione di pericolo?”.
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