Dopo le esternazioni dell’ex sindaco di Bari Michele Emiliano, il quale ha ammesso di voler tenere per sé la carica di assessore alla Sanità della Regione Puglia, giunge il richiamo ad una maggiore serietà da parte della candidata governatrice Antonella Laricchia (M5S).
“I cittadini sono esseri umani invece certi politici sembrano trattare le persone come numeri in un sondaggio. Per certe persone sembra tutto un gioco, la frase ad effetto, le auto-nomine a posizioni per cui servono competenza e professionalità. Ed è così che siamo arrivati a questo punto: non si scherza con la salute e con la vita delle persone – dichiara la candidata 5 Stelle – La sanità è un tema troppo delicato e complesso per diventare oggetto delle dichiarazioni pressapochiste che i cittadini sono costretti ad ascoltare in questi giorni, dopo vent’anni di mancate dimostrazioni ‘sul campo’, della politica pugliese. Per destra e sinistra i proclami da campagna elettorale sono rimasti tali, mentre i pugliesi hanno dovuto patire i continui e incessanti tagli ai servizi sanitari, scandalo dopo scandalo”.
Il riferimento è a casi come quello del contenzioso storico tra la Asl e la Provincia di Bari relativo alla disponibilità dell’istituto Vittorio Emanuele di Giovinazzo la cui ristrutturazione ed adeguamento è costatata 10,5 milioni di euro senza, tuttavia, giungere alla definizione di un chiaro impiego dell’Istituto da parte dell’Asl. Oppure al pasticcio del San Raffaele di Taranto, dove la Fondazione ha scelto come socio unico l’omonima milanese sebbene vanti nel curriculum 1,047 miliardi di euro di debiti.
La soluzione del M5S si riassume in cinque punti: obbligo di creazione e pubblicazione online dei fabbisogni esistenziali (liste di attesa e dati epidemiologici) da parte delle Asl come previsto dalla legge, potenziamento della sanità territoriale, trasparenza, prevenzione e lotta alla corruzione. “Proprio in riferimento al primo punto – conclude Antonella Laricchia (M5S) – nei prossimi giorni lanceremo un’azione cittadina per invitare le Asl a pubblicare i fabbisogni esistenziali. Anche in questo caso, come nel caso della riduzione degli stipendi, preferiamo le azioni concrete alle frasi ad effetto che, visti gli ultimi venti anni, lasciano il tempo che trovano”.