Libertà d’informazione, Ciliberti&Murgolo contro l’Immediato. Chiedono “solo” 160mila euro per non andare in Tribunale

La libertà di stampa in Italia precipita. Nella classifica redatta da “Reporter Senza Frontiere”, il Belpaese perde 24 posizioni, passando dal 49esimo al 73esimo posto. Colpa soprattutto dell’aumento di minacce ai giornalisti, spesso di carattere mafiose, e di procedimenti per diffamazione ingiustificati.

La libertà di stampa in Italia precipita. Nella classifica redatta da “Reporter Senza Frontiere”, il Belpaese perde 24 posizioni, passando dal 49esimo al 73esimo posto. Colpa soprattutto dell’aumento di minacce ai giornalisti, spesso di carattere mafiose, e di procedimenti per diffamazione ingiustificati.
In Italia, nei primi dieci mesi del 2014, si sono verificati 43 casi di aggressione fisica e sette casi di incendio doloso a case o auto di giornalisti. I processi per diffamazione “ingiustificati”, secondo Rsf, nel nostro Paese sono aumentati da 84 nel 2013 a 129 nei primi dieci mesi del 2014. L’Italia è dietro l’Ungheria del discusso premier Orban (65esimo posto), Burkina Faso e Niger. Peggio dell’Italia, in Europa, è riuscita a fare solo Andorra. Ed è sui processi per diffamazione ingiustificata che ci vogliamo soffermare per raccontare dell’ex sindaco di Foggia, Orazio Ciliberti, uno con il vizietto della denuncia facile. Ultima, in ordine di tempo, è la “domanda di mediazione” (anticamera – temeraria – della querela) al nostro giornale con la richiesta di 80mila euro di risarcimento per l’articolo sulla compagna Lucia Murgolo che in Molise ha ottenuto un incarico all’interno del nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, per un compenso di 80mila euro annui. Articolo per il quale anche la stessa Murgolo si è rivolta ai legali, chiedendo pure 80mila euro. Per un totale di ben 160mila euro chiesti ad una giovane testata online come immediato.net.

Ciliberti afferma di non aver fatto parte della commissione che annullò le elezioni regionali in Molise vinte nel 2011 dal centrodestra (il ricorso venne presentato dall’avvocato Di Pardo, lo stesso assunto da Augusto Marasco per le Comunali foggiane). “Non ero componente del collegio giudicante – scrive l’ex sindaco di Foggia – ma nell’articolo si lascia intendere che il favore prestato attraverso quel provvedimento, mi sarebbe stato ricambiato dalla Giunta di centrosinistra con la nomina della Murgolo, alla quale sarei legato da rapporti sentimentali. Tali assunti, poiché del tutto inveritieri, si ripercuotono sull’onore, l’immagine, la dignità e la reputazione dell’istante”. Anche “La Gazzetta del Molise” si occupò del caso titolando così: “Il giudice annulla le regionali, la sua segretaria è assunta da Frattura (governatore in Molise, ndr)”.  

In realtà, dalla copia della sentenza che ci ha inviato Ciliberti, l’ex sindaco di Foggia non risulta componente della commissione che ha annullato le elezioni regionali ma era comunque tra i relatori fino alla sera prima della pronuncia del Tar. E resta il fatto che Ciliberti è giudice del tribunale amministrativo del Molise, oggi presieduto da Antonio Onorato. Sarebbe forse bastata una lettera di precisazioni, invece di stampare carte su carte per formulare un’assurda richiesta di 80mila euro.

Tra l’altro, a scegliere la Murgolo ci pensò una commissione di valutazione presieduta dall’avvocato romano, Franco Scoca, molto vicino a Ciliberti secondo alcune fonti ben informate. I due sono infatti protagonisti, a braccetto, di numerosi convegni sul diritto organizzati proprio in provincia di Foggia.

Fatto sta che i media del Molise sono saltati sulla sedia quando hanno scoperto del legame tra Murgolo e Ciliberti. La coppia, legata da rapporti lavorativi e poi sentimentali, è infatti protagonista di un procedimento giudiziario che nel 2009 li vide condannati a un anno di reclusione. Ciliberti, quando era sindaco di Foggia, diede alla Murgolo un telefonino (intestato al Comune di Foggia) con credito illimitato, nonostante non fosse in alcun modo ingaggiata dall’amministrazione. L’avvocatessa “si frusciò” qualche migliaia di euro di bolletta in appena tre mesi, tanto da essere condannata a un anno per appropriazione indebita. In quel periodo la Murgolo fu ingaggiata nello staff di Ciliberti per 3500 euro al mese, prima di entrare nel Cda di “Amica”. Una grande carriera, finita nelle aule giudiziarie per colpa di un cellulare. Per non parlare poi, del coinvolgimento della coppia nel processo Amica. Ma questa è un’altra storia.