Privato e pubblico insieme per costruire una rete di respiro europeo. Foggia e la dorsale adriatica saranno perni importanti dei nuovi progetti per il trasporto su ferro. Sono questi i punti fissati da Lotras e Trenitalia durante l’incontro di oggi in Camera di commercio a Foggia. La partnership tra Lotras – una delle realtà più interessanti nel privato – e Trenitalia Cargo, infatti, testimonia l’avvenuta realizzazione di un “sistema ferroviario merci efficiente e sostenibile anche nel Mezzogiorno”, che da domani potrà contare anche sul nuovo collegamento Bari-Lione. Non sono mancate le critiche, come quelle inferte dal direttore Trenitalia Cargo, Mario Castaldo, sulle “responsabilità dei consorzi Asi nella pianificazione di certe scelte”, precisando che “non si può e non si deve mettere in contrasto il porto di Manfredonia con quello di Taranto”.
Del resto, il destino del sistema sembra essere già stato tratteggiato, anche se mancano ancora documenti decisivi, come i piani nazionali e regionali dei trasporti e degli aeroporti. “Negli ultimi tempi ho ricevuto il ringraziamento di molti imprenditori del settore ortofrutticolo – ha spiegato l’amministratore unico di Lotras, Armando de Girolamo -, perché abbiamo dato loro l’opportunità di arrivare sui mercati che contano: Germania, Francia, Austria. Hanno triplicato così i loro fatturati. Questi sono i risultati di una progettazione rigorosa, che però cozza con le condizioni con cui ci scontriamo quando cerchiamo di ritagliarci spazi all’estero: non si può aspettare 2 anni per avere una concessione”.
E se “le idee del privato devono viaggiare sulle gambe del pubblico”, de Girolamo però precisa: “Non vogliamo risorse dirette, chiediamo soltanto il rispetto della programmazione nazionale e regionale. È finito il tempo della delega facile, adesso bisogna prendersi le responsabilità”. Uno degli obiettivi di breve periodo secondo l’imprenditore foggiano dove essere quello della costruzione di “un polo logistico vero e proprio”: “Già abbiamo gettato le basi con il collegamento tra lo scalo Incoronata e Villa Selva di Forlì, che sta riqualificando l’interporto di Cerignola con un indubbio vantaggio per l’agroalimentare”. A maggior ragione con i progetti futuri di Rfi, come spiegato dal responsabile commerciale della linea adriatica Roberto Laghezza: “Stiamo lavorando alla riduzione del gap tra il trasporto su ferro e gomma, attualmente a vantaggio del secondo in ampie aree del Paese, attraverso importanti progetti di potenziamento dell’interscambio”.
Proprio ciò che si sta facendo nel nuovo “polo” Incoronata di Foggia. A bacchettare le logiche “campanilistiche” dei territori, l’assessore regionale ai Trasporti Gianni Giannini: “Per il potenziamento del porto di Taranto ci sono ben 400 milioni ma non si riescono a spenderli a causa del sistema imprenditoriale litigioso. Perciò si corre il rischio che gli investitori stranieri possano abbandonare la causa a favore del Pireo. Non possiamo permetterlo. La strategia regionale lo ha individuato come ‘polo logistico del Mediterraneo‘ assieme all’aeroporto di Grottaglie. Ma è ovvio che alla base del redigendo piano dei trasporti ci sarà la concertazione. Nella quale non ci sarà tuttavia nessun rapporto privilegiato con nessuno”. Giannini inoltre ha posto come priorità la risoluzione della “strozzatura” sull’Adriatica, per favorire il collegamento pieno del Mezzogiorno con il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo: “La tratta arriva sino ad Ancona, lasciando scoperto tutto il resto fino a Bari – chiosa -, per fortuna dopo anni di battaglia è passato al Cipe il progetto di raddoppio della linea, che sbloccheranno – 10 anni dopo – i lavori sulla Lesina-Ripalta. Solo che la realizzazione dell’intervento è prevista per il 2022 e servono altri 550 milioni per completare l’intera infrastruttura”. Infine, il tratto Bari-Napoli: “Non c’era un euro, tranne che per le risorse, congelate, per la Foggia-Bovino. Poi ci è stato detto dal ministero che c’erano 4 miliardi, e così abbiamo capito che finalmente – conclude – si poteva davvero connettere l’Italia meridionale con il resto dell’Europa. E noi ci saremo dentro con la spina dorsale dell’interporto di Bari e del polo Incoronata, per un sistema ambizioso in grado di rispondere ai bisogni del mercato”.