“Qui continuano a scioperare. Io ormai non so più che dire”. È un Giacomo Sangalli affranto quello raggiunto telefonicamente da l’Immediato. I lavoratori scioperano e chiedono rassicurazioni che al momento sembrano impossibili.
Al presidio di ieri all’esterno della fabbrica hanno preso parte anche i sindaci di Monte Sant’Angelo, Manfredonia e Mattinata oltre ad altri esponenti politici locali. Dal 29 novembre scorso, è scattato il processo di spegnimento del forno. L’azienda veneta, colosso del settore in Italia per la produzione di vetro piano, pare seriamente intenzionata a stoppare l’impianto sipontino per spostare tutto a San Giorgio di Nogaro in provincia di Udine. Il motivo sarebbe dovuto a strategie di mercato. Dal Friuli il gruppo sarebbe più competitivo e in posizione più adeguata alle attuali condizioni di mercato. La società, nel frattempo, ha già presentato richiesta di cassa integrazione per 12 mesi. A essere spostata sarà solo la seconda lavorazione del vetro a risparmio energetico considerata assai più remunerativa. A Manfredonia si sciopera mentre cresce l’ansia dei lavoratori per il futuro.
Giacomo Sangalli, figlio dello storico patron Giorgio, stenta a parlare: “Non so davvero come andrà a finire questa storia. Continuano a fare sciopero ma così si mette a rischio tutto. Ormai in Italia fanno sciopero su ogni cosa. Non so cosa dire. Lì c’è gente che lavora negli uffici. Mettono tutto a rischio facendo così”.
Recentemente la famiglia Sangalli ha informato i comuni di Manfredonia, Monte e Mattinata che “l’azienda è stata ammessa alla fase di presentazione di un progetto definitivo riguardante investimenti per complessivi € 22.898.412,00. Il progetto industriale prevede, tra l’altro, la realizzazione di un nuovo forno di fusione di materia prima in sostituzione di quello esistente”.
A fronte di tale investimento, i tre comuni si sono impegnati “a concorrere, se necessario, alla positiva risoluzione della situazione di difficoltà descritta, con appositi stanziamenti in bilancio per il biennio 2015-2016, aventi lo scopo di agevolare la concreta realizzazione dell’investimento”.
Intanto anche oggi si continua a scioperare ad oltranza. Manfredonia riveste un ruolo centrale nello sciopero generale indetto proprio in questa giornata da Cgil e Uil a livello nazionale e la Cisl a livello locale. Alla Sangalli Vetro gli oltre 400 lavoratori dello stabilimento di Macchia chiedono garanzie per il loro futuro. La speranza passa dalla realizzazione di un nuovo forno ma servono circa 17 milioni di euro. Troppi per un’azienda in crisi di liquidità e con debiti da affrontare. Dunque si sciopera ancora. Per Luigi Lauriola (Filctem Cgil), Egidio Ondretti (Femca Cisl) e Matteo Ciociola (Uiltec Uil) il comportamento di Sangalli non piace e il laconico “cercheremo di salvare il salvabile” sembrerebbe molto preoccupante.
Intanto anche l’onorevole Michele Bordo si è schierato con i lavoratori: “Lo Stato, la Regione e i Comuni di Manfredonia, Mattinata e Monte Sant’Angelo sono pronti a sostenere, anche finanziariamente, il gruppo Sangalli nella difficile operazione di ristrutturazione del debito e di rifunzionalizzazione degli impianti ma la premessa posta e da condividere è il mantenimento della produzione e dei livelli occupazionali del sito di Manfredonia. Su questo ultimo punto il gruppo Sangalli deve fare chiarezza, dando ai lavoratori certezze sul futuro”.
Bordo afferma di essere al fianco dei lavoratori in sciopero e ribadisce, nel quadro delle sue competenze di parlamentare, “tutto l’impegno personale e istituzionale per contribuire a scongiurare la chiusura di uno stabilimento fortemente radicato nel tessuto imprenditoriale e sociale della Capitanata”.
Non manca un commento alla vicenda anche da parte del consigliere regionale di Forza Italia, Giandiego Gatta.“Esprimo tutta la mia solidarietà ai circa 200 dipendenti della Sangalli vetro di Manfredonia, che potrebbero essere messi in cassa integrazione fra pochi giorni. Mi auguro che l’imprenditore non si uniformi a logiche adottate da altri che vengono al Sud a colonizzare il nostro territorio illudendo i cittadini di poter offrire un futuro di benessere per poi, in seguito, abbandonare vigliaccamente la baracca. Lo stabilimento di Manfredonia – aggiunge – è stato aperto grazie al protocollo aggiuntivo del Contratto d’Area di Manfredonia-Monte Sant’Angelo e Mattinata, beneficiando di fondi pubblici, tra contributi all’investimento e fondi CIPE. I nostri giovani hanno creduto in questa come in altre realtà imprenditoriali del Nord che, dopo aver sfruttato il nostro territorio e le nostre energie oltre che goduto di fondi pubblici, hanno fatto le valigie lasciandoci a bocca asciutta. È un atteggiamento insopportabile, che ha creato solo tante false aspettative da parte dei cittadini che immaginavano di poter costruire la loro prospettiva di vita. I Comuni interessati si sono adoperati dando la loro disponibilità a contribuire all’acquisto del nuovo forno con un cospicuo contributo, a fronte di una spesa di circa 12 milioni di euro. Sono vicino ai dipendenti che vivono un momento di grande preoccupazione – conclude – e mi stringo a loro con l’auspicio che la Sangalli voglia testimoniare attaccamento alla realtà produttiva di Manfredonia, ripristinando la serenità dei lavoratori con l’ausilio delle istituzioni interessate”.