Sono passati diversi anni dall’inserimento della medicina nucleare a Foggia nel piano regionale degli investimenti. L’assessore era Tommaso Fiore (dopo di lui si sono avvicendati altri 3 colleghi nella carica). Ma alla fine il commissario straordinario Tommaso Moretti è riuscito a portare a termine il servizio. Il manager di Monopoli, conosciuto per essere “il manager dei palazzi”, non ha fatto in tempo a godersi il risultato per rivendicare la conclusione di alcuni progetti aperti e mai conclusi. “Caro presidente – ha subito precisato all’indirizzo di un Nichi Vendola acciaccato -, le ricordo che ci sono diversi progetti da portare a termine, a cominciare dalla realizzazione delle nuove sale operatorie. Finora, con 5 milioni di euro, siamo riusciti a realizzarne 8, ma non possiamo farle partire. Ancora, c’è necessità di istituire la nuova radiologia universitaria, nella parte ovest dell’ospedale, per risolvere l’annosa convivenza nell’utilizzo della strumentazione tra universitari e ospedalieri. Ci sono centinaia di studenti specializzati – precisa – ai quali serve dare una risposta in tempi brevi”. Nel frattempo, è quasi concluso uno dei due progetti di asilo nido (l’altro è a Cerignola), voluti dall’ex assessore Elena Gentile che, a differenza dell’attuale assessore Donato Pentassuglia, si è almeno fatta vedere prima di scappar via dopo una decina di minuti. Non mancava nessuno a quella che sembrava davvero una sfilata pre-elettorale, con il presidente che ha dichiarato la volontà di nominare i nuovi manager in tempi strettissimi.
“Ho disobbedito al mio medico che mi aveva prescritto di non andare in giro – ha esordito Vendola, facendo riferimento al malanno che lo ha colpito in questi giorni -, ma volevo esser vicino a questa città che vive da anni un corpo a corpo con la criminalità e che si sente abbandonata su più fronti. Volevo essere vicino a quell’incredibile realizzatore che è Tommaso Moretti, uno che ha stravolto l’ospedale e che dovrebbe essere ben riconosciuto da questa terra. In questi anni abbiamo capito che non si può rischiare di inciampare sul terreno scivoloso di chi predica la necessità di tagliare nettamente il peso del welfare. Anche perché non è vero che non si spende troppo per la sanità, siamo tra i Paesi che spendono meno e abbiamo un sistema sanitario che è considerato tra i migliori al mondo. Certo, lo spreco va radiografato, ma non può essere il pretesto per tagli trasversali. Ecco, la medicina nucleare è l’esempio della qualità della spesa, che passa attraverso gli investimenti che possono evitare il peso della mobilità passiva, per cui il Sud è costretto a pagar dazio al Nord, con le carovane della sofferenza ed un costo elevatissimo per la spesa. D’ora in poi Foggia sarà attrattiva, ospiterà pazienti perché ha a disposizione apparecchiature che finora abbiamo solo invidiato alle città del nord…”. Ma tra palazzi in fase di realizzazione (come il mega progetto da 65 milioni di euro del nuovo plesso dell’emergenza urgenza) e grandi macchine all’avanguardia, c’è chi continua a domandarsi dove sia il personale per mettere a valore questo “progresso” della sanità pugliese. Proprio nei giorni in cui l’università di Foggia perde il corso per tecnici di radiologia medica e logopedia a vantaggio di Barletta e Potenza.
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Medicina nucleare, ecco cosa si può fare a Foggia
La medicina nucleare, ancora oggi circondata da un ancestrale timore, causato più che altro dall’aggettivo “nucleare”, è in realtà una branca specialistica della Medicina che utilizza i cosiddetti radiofarmaci per ottenere, in modo non invasivo, dati fisiopatologici utili per fini diagnostici e terapeutici. Di particolare interesse sono le nuove possibilità fornite dalla tomografia ad emissione di positroni (Pet) che, utilizzando quelle molecole che normalmente entrano nel metabolismo umano, come ad esempio il glucosio, permette di diagnosticare con maggiore accuratezza un tumore e la sua eventuale diffusione. La nuova struttura di medicina nucleare, tra le più avanzate in Italia, completamente riprospettata e realizzata nella nuova sede, è ubicata nel plesso che già ospita la radioterapia oncologica, l’oncologia e l’ematologia. Al momento è composta da diverse sezioni: la diagnostica, equipaggiata con un topografo Pet-Tac a 128 strati e due gamma-camere Spect; una sezione di terapia, dotata di 3 stanze (5 posti letto) di degenza protetta; una sezione di radiofarmacia; un laboratorio di radioimmunologia e una struttura per la conservazione ed il decadimento dei rifiuti radioattivi, solidi e liquidi.