Dirigenti, proroghe al veleno all’Asl di Foggia. L’azienda replica: “Tutto regolare”

“Non si possono fare le proroghe ai contratti di chi è in servizio da meno di 3 anni”. Una segnalazione anonima, firmata da medici non riconosciuti dall’Asl (Michele Lombardi, Giovanni Fattibene, Katia Caracciolo), ha sollevato un polverone sugli ultimi provvedimenti amministrativi in Piazza della Libertà. Ad alimentare i veleni, la campagna elettorale alle porte e la certezza, per uno degli uomini chiave dell’azienda, Pippo Liscio, di candidarsi alla prossima tornata elettorale per la Regione Puglia prevista per la primavera 2015.

“Non si possono fare le proroghe ai contratti di chi è in servizio da meno di 3 anni”. Una segnalazione anonima, firmata da medici non riconosciuti dall’Asl (Michele Lombardi, Giovanni Fattibene, Katia Caracciolo), ha sollevato un polverone sugli ultimi provvedimenti amministrativi in Piazza della Libertà. Ad alimentare i veleni, la campagna elettorale alle porte e la certezza, per uno degli uomini chiave dell’azienda, Pippo Liscio, di candidarsi alla prossima tornata elettorale per la Regione Puglia prevista per la primavera 2015.

Esposti anonimi, così finì la stagione di Castrignanò

Castrignanò-Ruggiero
L’ex dg, Castrignanò

“Vogliamo segnalare la grave incongruità delle proroghe dei contratti di dirigenti precari dell’Asl Foggia – scrivono nell’esposto -, proroghe che l’area del Personale sta deliberando da tempo spregiudicatamente e illecitamente, contro a quanto previsto dalla normativa regionale vigente a riguardo. Infatti, vista la circolare del 10 dicembre 2013 del Ministero della Salute, che in attuazione dell’articolo 4, comma 10 del Decreto Legge n.101 del 31 agosto 2013 successivamente convertito in legge, ha attribuito alle Regioni la possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato di coloro che hanno fatto più di 3 anni di servizio alla data del 30 ottobre 2013 fino al 31 dicembre 2016. E, vista la conseguente normativa regionale (art.18, comma 1, della L.R. Puglia n. 45 del 30/12/2013) che consente le proroghe dei contratti a tempo determinato, fino al completamento delle procedure concorsuali e comunque non oltre il 31 dicembre 2016, per coloro che hanno maturato al 30 ottobre 2013 almeno tre anni di servizio, non si riesce a comprendere come mai la Asl Foggia, pur citando tale normativa, stia procedendo alle proroghe anche dei contratti dei dirigenti precari che non hanno maturato almeno 3 anni di servizio al 30 Ottobre 2013 ma che a quella data non esistevano proprio all’Asl Fg o che a quella data avevano pochi mesi di servizio. Del resto – continuano -, non rispettando affatto il criterio imposto esplicitamente nella legge regionale vengono prorogati per compiere i 3 anni di servizio che, invece, costituiscono il criterio stesso delle proroghe perché 3 anni di servizio devono essere stati già compiuti al 30 Ottobre 2013 (….’almeno 3 anni di servizio a Ottobre 2013′) secondo quanto previsto dalla normativa regionale ma anche nazionale”. Prima di rincarare la dose: “Pertanto, all’Asl Fg si interpretano le leggi a piacimento, per far continuare a lavorare soggetti clientelari, senza alcun rispetto delle normative nazionali e regionali, anche quando si continua a parlare di debiti delle Asl, di contratti precari in bilico perché le risorse economiche scarseggiano, e poi si fa un numero indiscriminato di proroghe e a dirigenti che non hanno i requisiti per averle, magari intaccando coloro che invece ne hanno pieno diritto e altri che potrebbero lavorare, oltre alle proroghe di chi ne ha diritto, con lo scorrimento di diritto graduatorie esistenti, eliminando coloro che non hanno diritto di essere prorogati”. Allegano anche una delle delibere sospette (guarda), che contrasterebbe “nettamente con quanto imposto dalla normativa regionale”. “Ci aspettiamo – concludono – che la Regione Puglia faccia il suo dovere, prima che la questione venga posta anche alle autorità giudiziarie”. Sembra replicarsi la fase di fine mandato dell’ex direttore generale Ruggiero Castrignanò, tra denunce, segnalazioni di ogni genere, e presenza quotidiana delle forze dell’ordine nella sede dell’azienda da 1,2 miliardi di euro l’anno.

Manfrini si appella a Balduzzi. E minaccia querele

Il dg Asl, Attilio Manfrini
Il dg Asl, Attilio Manfrini

“Il divieto è stato eliminato dalla legge Balduzzi”. Il direttore generale, Attilio Manfrini, parla di “banale strumentalizzazione”. Ad entrare nel merito, invece, il direttore dell’area del Personale, Anna Maria Gualano. “La circolare del 10 dicembre 2013 – spiega a l’Immediato – precisava che era venuto meno articolo decreto legislativo 368 che vietava le proroghe. Dunque da quel momento le proroghe si sarebbero potute fare. Peraltro, questo provvedimento si poteva applicare a tutto il personale del comparto sanità. Successivamente abbiamo fatto una riunione sindacale per prendere atto della circolare, ed è in questa occasione che ci è stato chiesto dai sindacati di prorogare tutti gli incarichi in corso, soprattutto quelli dei medici. E Manfrini si è dichiarato disponibile. Dopo c’è stato l’articolo 18 della legge regionale numero 45 del dicembre 2013, in cui viene previsto un altro tipo di proroga, e riguardava chi aveva compiuto 3 anni di servizio al 30 ottobre 2013 e poteva rimanere in servizio fino all’espletamento del concorso, ed in ogni caso fino al 31 dicembre 2013. Quindi si tratta di due proroghe diverse”. Detto in altri termini, per l’una o per l’altra cosa, tutti potevano vantare il “diritto alla proroga”. Due strade diverse, dunque, per lo stesso risultato. “Sulla base di questo, il direttore generale, all’inizio del 2014, ha fatto la famigerata nota, in cui definiva l’autorizzazione alle proroghe sia di chi ha compiuto 3 anni di servizio al 30 ottobre 2013, sia quelle per coloro che prestano servizio su posti vacanti per un massimo di 36 mesi, non solo per i medici ma anche per gli infermieri. Tutti i dirigenti, inoltre, hanno i requisiti per essere al posto che occupano: sono stati presi da graduatorie pubbliche di avviso pubblico. Nessuno ha perso la possibilità di essere stabilizzato – conclude Gualano -, per questo non capisco chi possa essere leso da questo provvedimento. Non abbiamo mandato via nessuno di quelli dell’ex stabilizzazione: non ho mai avuto persone dietro la porta”.