La Asp “Marchese Filippo de Piccolellis” di Foggia è stata commissariata. Come abbiamo anticipato qualche tempo fa, è arrivato puntuale il decreto del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, con il quale viene nominato Stefano Catapano, finora coordinatore della Aps “Mondo Nuovo” e ritenuto vicino all’europarlamentare Pd Elena Gentile. Era stato fatto persino il nome di Italo Pontone, per la sua influenza sulla struttura – da sempre appetibile per la politica – che ha sempre condiviso con l’ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Foggia, Pasquale Pellegrino. Finora, Catapano ha ricoperto l’incarico di commissario straordinario nella Rssa di Bovino gestita dalla fondazione Valleverde, ed ha avuto diverse consulenze dalla Regione Puglia. A mollare le redini, dopo anni di veleni ed opere incompiute, l’avvocato Antonio Tulino. A decadere, oltre al presidente ed alla sua segretaria Maria De Leo, tutti i componenti: Anna Rita Saraò, Salvatore Olivieri, Antonio Guastamacchia e Sergio Cangelli.
I motivi del terremoto
Decisivo è stato il sopralluogo della Regione ad aprile scorso “finalizzato alla verifica dell’attività amministrativa dell’Ente”, che è di natura pubblica. “Da tale verifica – spiegano gli ispettori regionali – emergeva la confliggenza delle delibere commissariali numero 41 e 42, entrambe dell’anno 2009, con le vigenti norme in materia di assunzioni nella Pubblica amministrazione, atteso che le assunzioni di due unità di personale, a tempo indeterminato, erano state disposte in vigenza del divieto di assunzioni di cui alla legge regionale 15 del 2004 (e simili) oltre che in assenza delle prescritte procedure selettive”. La Regione Puglia, peraltro, sul punto avrebbe chiesto chiarimenti, ai quali non è mai stata data risposta. Per questo è stato avviato il processo di commissariamento. Soltanto successivamente è arrivato il “parere pro veritate” che Tulino aveva promesso anche al nostro giornale, assunto dal Cda e fornito a Bari dall’avvocato Maria Claudia Liolia. Nel documento di replica si precisa “la non applicabilità di tale normativa (la necessità delle procedure selettive) per le Ipab non ancora trasformate in Asp, in quanto aventi natura privatistica e pertanto la conseguente legittimità delle procedure assunzionali utilizzate”. La stroncatura del parere è netta: “Le conclusioni del parere non appaiono condivisibili per una serie innumerevole di ragioni, a cominciare dal dato letterale per cui Ipab è l’acronimo di Istituto pubblico (lo sottolineano) di assistenza e beneficienza, dal dato per cui l’intero consiglio di amministrazione era nominato da enti pubblici (Regione Puglia e Comune di Foggia), ma soprattutto dal dato per cui il commissario straordinario era nominato dalla Regione per la trasformazione dell’Ente”.
Il flop dell’ “albergo a 5 stelle” per anziani
Trasparenza nelle procedure selettive del personale e nella gestione (soprattutto finanziaria). Ad essere citata nel documento, c’è una srl messa su qualche tempo fa e sulla quale non sono mai stati positivi i giudizi. Al punto che Tulino, il 14 ottobre scorso, ha dovuto chiuderla. Uno degli scandali più grossi è senza dubbio quello dell'”Oasi Bianca”, presentato qualche anno fa come “l’albergo a 5 stelle” degli anziani foggiani e mai completato. Nonostante la caterva di soldi pubblici piovuti dall’Unione europea (Fesr 2007-2013) in Viale degli Aviatori. Quasi 3 milioni di euro per un progetto da realizzare entro il 2012. Ma al momento non c’è che uno scheletro in cemento. Con un paradossale orologio, quasi a voler scandire le ore ed i giorni del clamoroso (e improbabile) ritardo. Dove sono finiti quei soldi? Nessuno ha dato ancora risposte in merito, nemmeno l’avvocato Tulino che abbiamo cercato decine di volte al cellulare senza mai ottenere risposta. Sotto la lente sono finiti pure diversi viaggi dei vertici della società. E ancora, l’Oasi Verde, la struttura che avrebbe dovuto ospitare 25 disabili: 320 metri quadri coperti e 1000 all’aria aperta per attività dalle 9 del mattino sino al tardo pomeriggio. Inaugurata in pompa magna ad aprile scorso, in piena campagna elettorale, con la presenza dell’allora assessore regionale alle Politiche della Salute, Elena Gentile, non è mai decollata. Al punto che il direttore generale dell’Asl, Attilio Manfrini, azienda che avrebbe dovuto “mandare” i pazienti, ci ha confermato di non aver saputo più nulla degli sviluppi. L’ennesimo “fantasma” in pochi metri. Davvero troppo per non indurre la Regione Puglia ad azzerare i vertici dell’ente.
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