“È giusto cambiare dopo 3 mandati, non si può rimanere così a lungo in sella, ma non accetto il clima di tensioni che si è creato…”. Angelo Graziano si confida a l’Immediato, dopo l’approfondimento sul voto per il rinnovo del consiglio dell’Ordine dei Medici (LEGGI), annunciando a sorpresa l’intenzione di lasciare la società che ha creato, “Le Muse” srl. “Sto preparando un report con tutte le attività che abbiamo svolto negli ultimi 3 anni, che consegnerò entro novembre al prossimo presidente – spiega -, sarà quella l’occasione per lasciare una società che è utile per l’Ordine dei medici”. Una presa di posizione netta, la sua, dopo una campagna elettorale “inutilmente aggressiva”.
A parlare non è un medico qualsiasi, ma il vicepresidente dell’Ordine, ormai libero professionista, ma con un passato sindacale importante agli Ospedali Riuniti di Foggia. Sì proprio nell’azienda che adesso vuole prendere in mano l’ente di via Acquaviva per garantire “la giusta alternanza nella rappresentanza”. “Ritengo sia giusto cambiare dopo il lungo corso della presidenza di Salvatore Onorati – ammette a l’Immediato -. Questo non è un giudizio negativo sull’attuale presidente, anzi, solo che bisognerebbe rispettare un patto che – seppur non inscritto in nessun codice – dovrebbe rappresentare un dovere morale: quello dell’alternanza”. Del resto, non potrebbe essere altrimenti nelle idee del “filosofo” della medicina foggiana, il primo a voler portare “l’umanesimo nelle cure” tra i camici bianchi della Capitanata, con corsi di formazione “creativi”: dai dialoghi tra Ippocrate e Aristotele, passando per la “cartella clinica umana” (che a breve potrebbe essere sperimentata proprio in via Pinto), fino al “tango terapeutico” per malati di Alzheimer.
Sullo sfondo, i contrasti nemmeno troppo velati con Massimo Correra, il cardiologo (“sostenitore velato” della lista opposta guidata da Massimo Zanasi, così lo definisce Graziano) che da qualche tempo rappresenta una vera e propria spina nel fianco dell’esecutivo di Onorati e che, fino all’arrivo delle nuove società strumentali, riusciva a garantire la formazione professionale con “9-10mila euro, anziché 50mila”. “Storicamente il budget assegnato è stato di 20mila euro per la formazione degli Odontoiatri e 30mila per i medici – chiosa Graziano -, il resto della spesa è servito a garantire le attività istituzionali (come le giornate del giuramento) e la Gazzetta Sanitaria. Cifre irrisorie rispetto alla qualità dei circa 9 eventi l’anno che hanno portato a Foggia personalità illustri di diverse discipline: scrittori, filosofi, musicisti ed esperti di inglese medico-scientifico. Potevamo chiedere un contributo agli iscritti, ma non l’abbiamo fatto. Questo perché abbiamo operato con una società che garantisce piena autonomia nelle decisioni, ad esclusione delle spese logistiche che vengono portate puntualmente in Consiglio. Certo che si può spendere meno: basta fare meno eventi. Se poi qualcuno pensa di voler puntare su corsi di natura tecnica, per quello ci sono già l’Asl di Foggia e gli Ospedali Riuniti”.
Eppure, quell'”adeguamento della quota”, passata da 90 a 160 euro nel volgere di qualche anno, non è mai stata digerita dagli iscritti. Perché, infatti, pagare ogni anno qualcosa in più (se si escludono gli ultimi due anni) se poi nel bilancio ci sono circa 200mila euro di avanzo? “È vero – ribadisce Graziano -, non era necessario aumentare la quota. Ma grazie a quelle risorse abbiamo garantito una sede degna di tale nome, che ci viene invidiata ogni volta dagli ospiti delle altre province e regioni. Abbiamo dato dignità a questo posto, con lavori strutturali e con un’opera costante di manutenzione che costa circa 30mila euro l’anno. Non può essere altrimenti per una struttura degli anni Settanta, che peraltro è ancora in agibilità provvisoria”.
Il sogno di Graziano, prima di lasciarsi alle spalle ogni incarico, è quello di arrivare in poche settimane all'”agibilità definitiva della struttura”, che tra l’altro ha da qualche mese uno spazio verde adiacente “per offrire, d’estate, uno spazio all’aperto per gli ospiti degli eventi”, precisa Graziano. “Tutto questo è stato fatto grazie al buon lavoro di questi anni, perché prima l’Ordine semplicemente non esisteva – continua il vicepresidente -. Quanto alla formazione, posso dire di non aver preso mai un solo euro né come indennità né, tanto meno, come rimborso. Ma questo nessuno te lo riconosce. Sono convinto – conclude – che sia necessario un cambiamento, e condivido l’impossibilità – per questioni di opportunità – di un presidente che sia allo stesso tempo segretario di un sindacato, ma non sono altrettanto convinto che un Ordine come il nostro, per fini elettorali, possa arrivare a ledere la dignità delle persone e del loro impegno”.