Accuse, veleni e sospetti. È una campagna elettorale “politica” quella per l’elezione del nuovo presidente dell’Ordine dei medici di Foggia. Una figura chiave, soprattutto nell’ottica delle prossime elezioni Regionali, previste per la primavera del 2015. Non può essere altrimenti con più di 4mila medici rappresentati: dai convenzionati, ai dipendenti delle aziende pubbliche (Asl e Ospedali riuniti), fino alla sanità privata. In ballo, un ente strategico, di diritto pubblico, con un bilancio che sfiora i 700mila euro e con un potere strategico: la formazione continua. Contrapposti nella partita, la lista in cui figura capolista l’attuale presidente (LEGGI il programma), Salvatore Onorati, da ben 9 anni in sella, ed il gruppo di Massimo Zanasi (LEGGI il programma), direttore della struttura complessa di Geriatria degli Ospedali Riuniti di Foggia. Si voterà dal 25 al 27 ottobre.
Ospedalieri e convenzionati, la “guerra dei mondi”
Massimo due mandati. È questa la proposta lanciata qualche tempo fa da una parte del “blocco” contrapposto all’attuale presidente. Tra questi, Massimo Correra, cardiologo e referente del sindacato Anaao Assomed (medici dirigenti), l’unico sindacato ad aver “voltato le spalle ad Onorati”. Del resto, non è andata mai giù la rappresentanza sindacale del presidente, al contempo segretario della Fimmg (Federazione italiana dei medici di famiglia), “perché quando siedi ai tavoli istituzionali, come presidente dell’Ordine di medici e degli Odontoiatri, non puoi essere imparziale al cento per cento se poi rappresenti un determinato sindacato”, ci viene spiegato. I mal di pancia vengono covati ormai da tempo (e da più parti). “Non è stato un colpo di teatro, ho sempre votato contro il bilancio, perché non sono mai stato convinto della gestione, soprattutto sul fronte della formazione…”, spiega Correra a l’Immediato. “Perché spendere 50mila euro, tra costi di formazione e per la gestione delle due società di servizio create, quando si possono fare le stesse cose con 9-10mila euro?”. I soldi degli associati sono sacri, e se negli anni la quota è aumentata da 90 a circa 160 euro “bisogna capire cosa si è fatto con questi soldi”. Onorati ha le idee chiare: “Abbiamo puntato forte sulla formazione e sostenuto costi importanti per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle nostre strutture, che ormai sono troppo vecchie, visto che risalgono agli anni ’70. In ogni caso – precisa – dall’ultimo esercizio risultano più di 200mila euro di avanzo. Davvero possono appellarsi a queste cose? Mi aspetterei una battaglia sui contenuti, ma evidentemente non è questo l’obiettivo…”. La politica prima di tutto, verrebbe da pensare. Per questo, la ragione di fondo della battaglia riguarda la “necessaria alternanza nella rappresentanza”. Non certo in termini anagrafici. A contare è la posizione. Così, il blocco degli ospedalieri, con nomi noti della sanità foggiana (dal neurochirurgo Gaetano Merlicco, passando per il professor Fausto Tricarico sino al neurologo Ciro Mundi), con Zanasi capolista, rivendica a gran voce “la degna rappresentanza di un mondo che ha avuto il suo ultimo esponente, 30 anni fa, con Antonio Pellegrino (presidente dal 1984 al 1987, Ndr)”. “Il clima – spiega Massimo Zanasi a l’Immediato – non è per nulla sereno. E non mi fa affatto piacere. Noi non vogliamo criticare l’operato di Onorati, ma chiediamo che venga ristabilito il patto morale dell’alternanza. Ma se le condizioni sono queste, sono pronto a fare un passo indietro, così come fece Lazzaro Di Mauro, il quale spense il telefonino e si ritirò…”. Un messaggio forte, non certo di resa, ma di critica dura alla passate tornate elettorali, “quando a proporsi è stata solo una lista: quella di Onorati”.
Le Muse della discordia
Sul banco degli imputati, nell’ultimo periodo, sono arrivate le due società strumentali: “Le Muse” ed “Aifo”. Due srl realizzate per garantire la formazione rispettivamente dei medici e degli odontoiatri. “Sono sottratte al controllo di spesa e costano 10-12mila euro, soldi che si potrebbero risparmiare”, affermano alcuni medici. Salvatore Onorati ha sempre sostenuto la scelta di dotare l’Ordine di società che permettessero di “gestire la formazione in maniera efficiente”: “Avrei preferito la fondazione – spiega a l’Immediato – ma i costi sarebbero stati troppo alti…”. Così, la partita è stata affidata al vicepresidente Angelo Graziano (assieme ad Alfonso Mazza, dimessosi dal Cda della società Le Muse a maggio scorso e attualmente in lista con Onorati) e al presidente dei degli odontoiatri Pasquale Pracella. In poco tempo è scoppiato il caos, con tanto di accuse su presunte sponsorizzazioni per assunzioni e gestioni poco oculate delle risorse, prontamente smentite dal presidente uscente (“Non c’è stata alcuna assunzione. “Siamo contrari a tutto questo – chiosa Zanasi -, così come siamo contrari all’indennità percepita dai componenti dell’esecutivo, visto che non si è avuta nemmeno l’accortezza di far conoscere, nel dettaglio, costi e rimborsi arrivati ai componenti. Non è la somma il problema, ma il risparmio – circa 200mila euro in 7 anni – che avremmo potuto ottenere rinunciando a questo tipo di emolumenti”. In realtà, si parla di 1000 euro per il presidente e 500 euro per gli altri tre componenti: vicepresidente, segretario e tesoriere. “Prima – ribatte Onorati – si faceva di tutto con i rimborsi. Abbiamo voluto moralizzare questo aspetto, fissando un tetto minimo, che spesso non basta nemmeno per le missioni. Mi turbano queste polemiche, perché non si dice nemmeno che, quando sono fuori regione a rappresentare l’Ordine, devo pagare un sostituto. C’è qualcuno che non rientra neanche nelle spese…”. La lista contrapposta vorrebbe destinare tutti i risparmi alla “riduzione sostanziale della quota per i neo iscritti e per chi è in difficoltà lavorative”. Per Onorati, “si tratta di proposte campate in aria, visto che per legge non è possibile differenziare le quote”. Ma è campagna elettorale bellezza!, anche se questa volta, a darsi battaglia, non saranno i soliti “politici di professione”.