Ritrovarsi in quanto co-abitanti attorno a nuove visioni del corpo, del vissuto, del mondo; addentrarsi in linguaggi extra-quotidiani, non convenzionali, non televisivi per esempio. Diventare attrattivi per i territori circostanti, diventare simbolo culturale, casa di una nuova e necessaria bellezza. E’ stato tutto questo “Uno! Il Primo Festival delle Arti Performative Contemporanee del Tavoliere”. La kermesse, ospitata a Cerignola, dal 10 al 12 ottobre scorsi, nel Laboratorio Urbano di ExOpera, è nata da un progetto di Irene Russolillo, danzatrice e giovane coreografa pugliese, in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese, l’associazione culturale ZeroInfinito e Gal Piana del Tavoliere. Un programma di respiro nazionale per la prima edizione: 7 compagnie provenienti da tutta Italia, 2 spettacoli gratuiti all’aperto, 1 rassegna cinematografica dedicata alla danza, 1 laboratorio creativo per bambini, degustazioni e laboratori artigianali legati alla tradizione culinaria, un osservatorio critico giovanile, uno spazio dedicato al fumetto. Tanti i cerignolani e i visitatori provenienti dal circondario, accorsi per partecipare al fitto calendario di appuntamenti proposti, in un’atmosfera magica, con temi di grande umanità che hanno toccato le sensibilità più varie e dato una boccata d’ossigeno ad una terra che di cultura ha disperatamente bisogno. Ad inaugurare la tre giorni, una performance creata appositamente per gli spazi di Piazzale San Rocco: una coreografia di gruppo, a cura della compagnia di danza aerea Eleina D, svoltasi in parte tra gli spettatori, in parte sulla facciata dell’edificio di ExOpera.
Tra gli appuntamenti proposti, oltre ai numerosi spettacoli teatrali, “Play”, un laboratorio di manualita? creativa per bambini in cui i partecipanti, attraverso l’utilizzo di tecniche grafico-pittoriche vengono condotti verso l’esplorazione del corpo e dell’immagine, ma anche spazio alle tradizioni culinarie del territorio con il Laboratorio della pasta fresca di grano arso, a cura di Masseria Chiomenti, e il Laboratorio della pizza a sette sfoglie, a cura dello storico Bar Roma.
“Un appuntamento di cui sentivamo la necessità – afferma Irene Russolillo – soprattutto per condividere in questa terra nuove visioni del corpo e dei vissuti proposte dagli artisti in programma. Non vivendo a Cerignola da 15 anni, non avevo il polso della situazione e temevo che il nostro progetto non sarebbe stato capito ed apprezzato fino in fondo. Invece, le aspettative sono state ampiamente superate, raggiungendo risultati inaspettati. Con grande sorpresa, in tutti e tre i giorni ci ha accompagnato un pubblico numeroso e fedele. Si è respirato un clima di gratificazione collettiva che ci ha spinto sull’orlo dell’emozione, si è creata subito una grande sintonia che ha contribuito alla riuscita dell’evento e i temi di grande umanità che abbiamo affrontato, hanno toccato le sensibilità più diverse. Una fuga dalla routine con linguaggi non convenzionali, con l’obiettivo di diventare attrattivi per i territori circostanti sotto un profilo culturale”.
Cerignola e la Capitanata tutta si sono trasformati per qualche giorno in luoghi dell’innovazione culturale, dove sagre e concerti d’estate hanno ceduto il passo alle arti performative contemporanee. Un viaggio dalla danza al cinema, dal cibo al teatro che ha offerto appuntamenti di calibro nazionale in un territorio bisognoso di stimoli culturali.
“Offrire ai cerignolani la possibilità di avvicinarsi a forme di espressione artistica assolutamente innovative e suggestive – afferma il Sindaco Antonio Giannatempo – significa arricchire di molto il panorama culturale della nostra città e, più in generale, di un territorio che peraltro ha dimostrato di rispondere con entusiasmo a proposte degne di nota. Lo è sicuramente l’iniziativa pensata da Irene Russolillo, un talento di Cerignola i cui interessanti progetti meritano il massimo sostegno dell’Amministrazione Comunale”.
“Un festival – conclude Irene – è un evento che ritorna, il momento in cui si vedono i frutti del lavoro di squadra che dura da un anno all’altro. Questa è la prima edizione, ma già guardiamo più in là. Ci godiamo l’essere piccoli e già ci immaginiamo grandi, con l’auspicio di ripeterci migliorando”.