Riparte la battaglia dei comitati contro l’entrata in funzione dell’impianto del gruppo Marcegaglia a Borgo Tressanti. Alcuni accadimenti recenti hanno fatto riaccendere i riflettori sull’inceneritore. “Agli inizi di settembre scorso sono avvenuti dei lavori di movimento terra all’interno e all’esterno del perimetro dell’impianto – spiega Matteo Loguercio, presidente del comitato di Borgo Tressanti e Cerignola -. In particolare si paventa la copertura di un canale del reticolo degli affluenti del torrente Carapelle nei pressi dei canali Pescia e Peluso, questi ultimi sottoposti a vincolo e insistenti in un’area ad altra pericolosità idrogeologica. Vige in tale area il divieto di interventi modificativi nelle cosiddette fasce di rispetto di 150 metri, da entrambi i margini lungo tutto il anale. Si è proceduto ad inoltrare una richiesta di informazioni all’Ente a difesa del patrimonio idrico, del suolo e del sottosuolo, ossia l’Autorità di Bacino della regione Puglia, sulla natura delle attività in atto e se per tali operazioni avessero le autorizzazioni. Segnalazione in tal senso è stata effettuata ai Carabinieri del Noe, al Servizio Ecologia della Regione, al Prefetto di Foggia e al sindaco di Manfredonia”.

Il comitato, inoltre, rende noto che “si è aperto un nuovo contenzioso fra la Regione e la società ETA gestore dell’inceneritore, riguardo alla richiesta dell’Autorizzazione Unica inviata all’Ufficio Reti, Energia Infrastrutture regionale, preliminare per ottenere gli incentivi alla produzione elettrica nella parte relativa alle biomasse bruciate (0-20%)”. “Vi sono state due note della Regione nelle quali si invita ETA a fornire documentazione integrativa per ottenere l’autorizzazione richiesta – precisano dal comitato -. ETA, dal canto suo, non ritiene vi siano ‘modifiche’ al progetto autorizzato e si rivolge al TAR, che si esprime con due ordinanze di sospensione delle richieste della Regione, pur accertando il corretto comportamento dell’Ufficio competente. Ora si è in una fase aperta, in cui si dovrà individuare la documentazione mancante ed indire una conferenza di Servizi fra gli enti partecipanti”. Il Comitato ha fatto richiesta di copia delle note citate all’Ufficio regionale competente. Gli ambientalisti del Basso Tavoliere lanciano l’allarme sull’attività svolta dall’impianto negli ultimi mesi: “Attualmente l’inceneritore ‘fuma’ con discontinuità dai diversi camini, soprattutto di notte, con approvvigionamento di materiale mediante grossi automezzi. Questo comitato ha presentato una segnalazione-esposto circa queste attività alla Procura della Repubblica di Foggia ed altri enti-autorità fatta nel maggio scorso, ora inviamo richiesta di informazioni ad Arpa Dap di Foggia al fine di sapere quali siano gli accordi intercorsi con la società proprietaria dell’impianto per questo prolungamento delle operazioni di test”.
Il comitato reitera inoltre la richiesta effettuata all’ex Genio Civile “per ottenere copia della concessione ad emungere acqua dal sottosuolo, considerato il fatto che l’inceneritore è situato in una zona a conclamata scarsità idrica e in prossimità dell’area del nuovo pozzo, è sospeso il rilascio di concessioni per usi irrigui, industriali e civili non potabili”. “Tutto questo – conclude Loguercio – è fatto per ottenere un quadro complessivo della situazione attuale e impostare le prossime azioni a contrasto della messa in esercizio dell’inceneritore in questione, scopo del nostro comitato a protezione della salute, dell’ambiente e dell’economia del nostro territorio”.