Sarà che la diaspora dei Verdi ha inciso sulla sottovalutazione dei problemi e che, come dice Fabrizio Cangelli, presidente del Forum provinciale per l’ambiente, “non si tratta più di una ricetta per migliorare la qualità dell’ambiente – parlando di risorse alternative – ma di un business, anche abbastanza incomprensibile, per certi versi”, certo la Puglia e la Capitanata sono sempre più “terra di conquista” per grandi gruppi dell’energia. “La nostra regione non può più sostenere ulteriori insediamenti, ha già dato”.
A colloquio con uno degli esponenti più fedeli, negli anni, alla linea della difesa della Puglia dall’eolico, dalle trivelle, dalla Tap, in primo piano emerge anche la questione rifiuti. E’ probabile che si costituiranno parte civile nell’udienza del primo ottobre sull’interramento dei rifiuti a Cerignola, operazione Black Land.
“Siamo agli anni ’50 per l’indifferenziata, gli Ato navigano a vista senza programmazione, non c’è l’idea di un ciclo di rifiuti integrato”. La discarica è quella che è, normale che se non differenzi si intasa, lo spazio è sempre meno, ma è anche un discorso “culturale”.

Nel periodo delle elezioni, Dario Vassallo (presidente della fondazione dedicata al fratello Angelo e invitato dall’allora candidato sindaco Augusto Marasco) disse che a Foggia la differenziata al 3,8% indicava uno scenario da Tunisi. Cangelli è stato nel consiglio di amministrazione dell’ex Amica e presidente dell’azienda dei rifiuti di Barletta, (Bar.s.a) in cui la raccolta è al 25%: “Ci sono zone della Puglia in cui si superano le due cifre”. Questi temi, agitati in vista delle elezioni, sono stati messi nel cassetto a urne chiuse. “Non c’è un manifesto per tutta la città con logo del Comune, un’indicazione per spiegare cosa si debba fare. L’assessore Morese finora non ha dato alcuna indicazione. Del resto anche il Pd non ha un progetto ambientale, in 5 giorni di Festa dell’unità non è stato dedicato un momento a questo tema, né esiste un responsabile ambiente nel partito”. Affidata a Bari, con Amiu, la raccolta dell’immondizia cittadina, è sotto gli occhi di tutti che “la rivoluzione non c’è stata: stallo intorno ai cassonetti, quelli nuovi sono stati solo annunciati, mezzi vetusti, i cittadini pagano la Tarsu ma non vedono un servizio efficiente, il verde langue nell’incuria ma non se ne parla”.
Ambiente anno zero, eppure il vento soffia e l’Amiu ci costa 28 milioni di euro l’anno. Il grande parco che doveva sorgere sui terreni demaniali regionali è in attesa di finanziamento del progetto: “Ha vinto ma si sono accorti che la realizzazione richiedeva una somma maggiore di quella a disposizione, si aspettano 10 milioni di euro”. La discussione prosegue con qualche nota sui terreni “liberi” per costruire palazzi ma deserti se deve sorgere un parco. Si chiameranno Parchi Diomedei.
Intanto proliferano quelli eolici. Il consiglio dei ministri ha dato l’ok per altri 6 in Capitanata (leggi). E’ il vento che soffia ma “dove sono i vantaggi in termini di bollette per i cittadini e per le imprese? L’eolico è interesse nazionale o locale? Se c’è un’autonomia nelle politiche energetiche, e non si tratta solo di retorica pseudo-federalista, lasciate fare alle regioni. Non ci sono infrastrutture a supporto delle zone eoliche, rimane un paesaggio devastato, una produzione enorme di energia senza ricadute per il territorio, al danno si unisce la beffa”.
Il Movimento 5Stelle ha puntato molto su questi temi. Vincenzo Rizzi, consigliere grillino in consiglio comunale, proviene dalla militanza nei Verdi. Pensate di avere un interlocutore privilegiato ora? “Noi siamo un’associazione e ci teniamo fuori dalla politica”. Anche sulla lite Grillo e Vendola per la Tap non si esprime, ma Cangelli è “contro lo sfregio di un territorio ad alta densità turistica”. Se dovesse stilare un programma per le prossime regionali – non si è schierato, non sa se andrà a votare alle primarie del Pd- inserirebbe la moratoria sugli impianti eolici, l’emergenza ambientale, la pianificazione delle risorse”.
“I verdi si sono divisi nei grandi partiti e sono scomparsi dopo la diaspora, anche in Sel sono sempre stati una minoranza”. Dopo un decennio di Vendola al governo, Cangelli pensa “che il leader di SeL non sia stato all’altezza di alcune aspettative. In buona sostanza non ha difeso abbastanza la Capitanata dalle centrali. È stato un assalto alla diligenza”.