Non sembra finire la polemica sulla Tac nell’ex ospedale Lastaria (ormai “Casa della salute”) di Lucera. Ancora una volta, infatti, un “guasto” alla macchina da collocare nell’ospedale Masselli Mascia di San Severo avrebbe ritardato tutte le scadenze per le consegne. La telefonata arrivata in questi giorni al direttore generale dell’Asl di Foggia, Attilio Manfrini, ha confermato l’ennesimo rinvio per cause “non imputabili alla responsabilità dell’azienda”. E se è vero, come afferma l’ingegnere cerignolano a capo dell’azienda da 1,2 miliardi di euro l’anno, che “a Lucera non fanno più di 6 prestazioni al giorno”, rendendo persino “poco urgente” l’utilizzo del mezzo diagnostico, la politica si è fatta sentire parecchio sulla vicenda. A cominciare dal sindaco, Antonio Tutolo, che assieme ad alcuni assessori e consiglieri si è incatenato per diversi giorni a Piazza della Libertà, sotto la sede dell’Azienda sanitaria locale. Un gesto che ha trovato sì molta condivisione politica, ma che evidentemente non ha sortito gli effetti sperati. Anzi, i ritardi si sono accumulati, se è vero che la promessa – che ha fatto desistere il sindaco di Lucera dalla plateale protesta – è stata quella della risoluzione del problema “nel giro di pochissimi giorni”. Così non è stato. E tra guasti alle schede e rotture durante il trasporto delle grandi macchine, il servizio non è ancora garantito.
“Diamo credito a Manfrini ancora per 10 giorni – afferma il sindaco Antonio Tutolo -, ma certo non riusciamo a comprendere come sia possibile tener ferme due macchine per così tanto tempo”. Poi, sull’ex ospedale continua a non avere dubbi: “Ce lo stanno svuotando, manca il personale, per questo non si riescono a fare i ‘numeri’: è un cortocircuito finalizzato all’attestazione di inutilità – indotta – della struttura. Anche sulla Tac – precisa – è evidente la ragione per la quale non si riescono a fare più di 6 prestazioni al giorno, perché non si apre l’utilizzo per chi arriva dall’esterno. Se ho solo 6 ricoverati e non posso far lavorare la Tac con chi viene da fuori, evidentemente non potrò fare più di 6 prestazioni al giorno”. Il tema, peraltro, si inserisce nel problema (questa volta di rilievo regionale) dell’allungamento delle liste di attesa. A San Severo, per esempio, per una mammografia bisogna attendere più di tre mesi. Il segnale, dunque, del fallimento del progetto dell’ex assessore alla Salute Elena Gentile che avrebbe voluto abbattere i tempi di attesa con la possibilità di fare esami h24. Del resto, nella “sua” Cerignola, per fare un esame muscoloscheletrico ci vogliono più di sei mesi.