“Alcuni radical-chic si sono indignati per questa lettera, non capisco perché. A parte che con Landella siamo amici, ma bisogna misurarsi sugli atti, non ci può essere uno scontro a prescindere”.
Lino Del Carmine, ex assessore alla sicurezza ai tempi di Ciliberti, sostenitore della lista ‘Lavoro e libertà’ in campagna elettorale, si dichiara politicamente in standby al momento. Stefàno, assessore della giunta Vendola, si candida alle primarie, e lui – ancora in Sel ma , insomma, “col partito commissariato son venuti meno anche i rapporti politici”- è già schierato.
Scrive, nella lettera seguente scritta a Landella, dei fuochi, della sicurezza, del lavoro. Una sintonia di stampo popolare tra due fronti diversi che sintetizza così: “Foggia è legata a certe tradizioni, l’anno scorso si è lamentata di quei piccoli concerti di gruppi sconosciuti e dei fuochi pirotecnici miseri. La gente di un certo livello non si misura col popolo e in campagna elettorale non si impegna, vedi lo scarso risultato di alcune liste. Cerchiamo i motivi delle sconfitta”. Se Marasco accusa Scapato, Del Carmine accusa il mancato accordo, “l’arroganza, la presunzione che non paga: se ci fosse stato non staremmo qui a parlare di Landella”. Quando va a Parco S. Felice si rammarica della mancanza di luci e dei motorini che scorazzano. Da qualche giorno una pattuglia di vigili urbani presidia la sera il centro storico: “Non si poteva fare prima?”.
Del Carmine, operaio Sofim, parla anche della strada verso lo stabilimento dove lavora e del manto stradale impraticabile, una strada “da rifare”. La preghiera è a lui, “L’ultimo dei Mohicani”, come lo chiamano a Roma e come in una recente intervista ha dichiarato.
La lettera
Caro Franco, caro sindaco,
mi permetto qualche confidenza perché, al di là della nostra amicizia, credo ti vada riconosciuto il merito di sapere stare tra la gente e di avere con il “popolo foggiano” un rapporto schietto e sincero.
Un popolo che in questi anni non mancherà di polemizzare, attaccarti, colpirti, anche quella parte di esso che dovrebbe esserti più vicina, ma non ti curar di loro: oggi tu sei il sindaco di questa città e devi soltanto dar conto al giudizio dei cittadini che arriverà dopo il tuo mandato. Come si usa dire qui a Foggia, la processione si vede quando si ritira. Solo tra cinque anni potrai sapere se i cittadini ti dovranno ricordare per aver tolto il cordolo di corso Cairoli o per aver risolto problemi atavici che esistono e resistono nella nostra città.
Vorrei cominciare questa mia “lettera aperta” complimentandomi con te per la giunta che hai scelto, basata su persone competenti, nuove, in piena rottura con le classiche logiche spartitorie, in pieno “spirito renziano”. Il mio unico rammarico è la mancata elezione del mio caro amico e collega Annecchino – primo dei non eletti – e del mio amico e compagno Giulio Scapato, che – come saprai – ha contribuito non poco alla tua vittoria.
Dopo che Mongelli si è immolato per salvare i conti e tappare le falle delle casse comunali, ora spetta a te e alla tua giunta riassestare definitivamente la città, recuperare i giardini, rimettere le panchine, ripristinare i fuochi pirotecnici di Ferragosto e allietarci tutti con il concerto di Fausto Leali, ma sono convinto che saprai accontentare anche chi, come me, subisce il fascino degli spettacoli degli artisti di strada, una giusta intuizione che ha animato, per due estati consecutive, il centro storico della nostra città.
Venendo a situazioni più pratiche, volevo farti qualche segnalazione che interessa i tanti lavoratori degli stabilimenti della zona industriale di Foggia. Via Trinitapoli –strada di accesso per la Sofim e l’Alenia – rappresenta un elemento di pericolosità estrema per le condizioni del manto stradale. Come tu ben ricorderai, proprio su quel tratto qualche hanno fa è deceduto un nostro collega a causa di un incidente stradale, gradiremmo non perderne altri. Anche volendo cambiare via di accesso, le condizioni dell’accesso alla SS 16 non sono migliori: una illuminazione inesistente e un cordolo al centro strada non è affatto visibile rappresentano seri pericoli per chi quella strada è costretto a farla ogni giorno per andare a lavorare.
Infine, vorrei che prendessi in seria considerazione la possibilità di riprendere il progetto, che giace nei cassetti da anni, sulla utilizzazione dei vigili di prossimità: sarebbe un valido aiuto alle forze dell’ordine e garantirebbe maggiore sicurezza ai cittadini, soprattutto in zone come quella di Parco San Felice da anni nelle mani di gruppi di balordi dediti allo spaccio e al vandalismo. Sono convinto che nel corpo di polizia municipale ci siano persone adatte, competenti e preparati per svolgere questo servizio.
Caro Franco, mi congedo usando il vecchio incitamento del nostro caro Renzo Arbore: “Avanti tutta!”. La città si aspetta risposte, i cittadini non pretendono la luna, ma reclamano concretezza, progetti realizzabili e risultati visibili. La politica dei sogni è finita, oggi più che mai servono i fatti e forti iniezioni di fiducia. Credo che questo compito lo potrai assolvere in maniera egregia, dimostrando con i fatti di essere, come vieni chiamato a Roma” “L’ultimo dei Mohicani”. Ne hai le capacità,ma guardati sempre le spalle.
Con l’amicizia di sempre
Lino del Carmine, ex assessore al Comune di Foggia