Sono 260mila i pugliesi diabetici: il 6,7% della popolazione, contro il 5,4% della media nazionale. La Puglia è secondo posto in Italia per la malattia che colpisce oltre 3.000.000 persone, di cui il 90% con diabete di tipo 2 (dati Istat 2013). Numeri destinati ad aumentare anche a causa dell’alto tasso di obesità, soprattutto tra giovani e giovanissimi (in Puglia il 30% per la fascia di età tra 6 e 17 anni, contro una media nazionale del 25%). La priorità del diabete in Puglia è inoltre confermata dal primato in Italia per numero di ricoveri per diabete come diagnosi principale, che nel 2010 sono stati 960 contro i 314 della media nazionale. Di diabete si discute oggi a Bari, in occasione della prima tappa del ciclo di incontri regionali dal titolo“Il Piano Nazionale per la Malattia diabetica al banco di prova dell’attuazione regionale: una valutazione di sistema”, promosso da AboutPharma, con il patrocinio dell’Ares Puglia e il contributo di Astrazeneca. L’incontro, a cui partecipano rappresentanti delle Istituzioni regionali, clinici e pazienti, intende fare il punto sullo stato dell’arte dell’implementazione del Piano nazionale per la Malattia diabetica (Pnd) nella Regione Puglia, con l’obiettivo di definire un’agenda operativa regionale di lotta al diabete che favorisca l’adozione di modelli assistenziali di gestione integrata della malattia per migliorare la qualità dell’assistenza e gli esiti clinici, e per ridurre l’impatto significativo della patologia e delle sue complicanze in termini di costi sociali ed economici. Si parlerà del progetto “Care Puglia”, un sistema di implementazione del modello assistenziale di gestione dei Percorsi diagnostici terapeutici e di presa in carico di persone con patologie croniche. In ottemperanza al Piano di Rientro, la Regione Puglia ha infatti programmato la chiusura di venti Ospedali, di cui diciotto da riconvertire in Strutture Territoriali di Assistenza, con nuovi Servizi di Assistenza alla Persona, secondo modalità alternative al ricovero ospedaliero. Il Progetto, pertanto, ha inteso dare una risposta alla necessità di dotare il Distretto SocioSanitario di forme organizzative di alta integrazione multidisciplinare ed interprofessionale, in grado di offrire risposte complesse al bisogno di salute della popolazione.