Con Pinuccio Tatarella e Giorgio Almirante nell’Olimpo di sempre, Gianfranco Fini domani terrà un’assemblea a Roma. Macchine e pullman organizzati dalla provincia per cercare di capire che destra si stia costruendo oltre le sigle attualmente in politica. “Partecipa, l’Italia che vorresti”, titolo della manifestazione. Saranno una cinquantina a partire dalla Capitanata, i finiani di ferro- quelli che sono rimasti in Fli e che hanno “ripiegato” su civiche o su Fdi alle europee dopo la sua collocazione al centro con Monti e “gli osservatori”, che marceranno alla ricerca di un nuovo punto di inizio. Fedeli, curiosi, dispersi.
Quel “partecipa” viene anche paragonato alle nuove istanze di Raffaele Fitto che ha richiesto le primarie nel partito. Tanto sentita l’istanza che Fi di Cerignola le vuole l’anno prossimo per eleggere il nuovo sindaco. Il paragone sulla partecipazione è di Primiano Calvo: “Siamo stati invitati in quanto rappresentanti di un’associazione nazionale che si chiama ‘Blu per l’Italia’. Nella ricostruzione del centrodestra non si può escludere nessuno, credo che Fini si ricaverà un ruolo da regista, non da protagonista”. E’ stato candidato in Forza Italia dopo essere stato assessore in una giunta del Pdl a San Severo. Dal paese dell’alto tavoliere anche Emilio Gaeta, presidente dell’associazione ‘Destra civica di Capitanata’: “Basta con gli stessi nomi di Meloni, Larussa e Poli Bortone, può venire fuori un soggetto politico in grado di avvicinare anche chi è stato lontano dalla politica fino a oggi”. Alle ultime elezioni ha corso nella lista Lallo sindaco, come il suo collega Martino, una collocazione “civica” di attesa verso tempi più definiti dal leader. Mimmo Longo da S. Giovanni Rotondo farà parte del gruppo, un consigliere in standby, dal punto di vista dell’appartenenza politica, ma annoverato fra i fedelissimi. Altri nuclei da Serracapriola e da Manfredonia con Vincenzo Lo Riso che, su facebook, ha ripreso lo striscione celeste con la scritta ‘Circolo Futuro e Libertà, Fini siamo con te’, oltre a esporre un cartello #partecipa.
Gruppi fino a ieri dispersi dopo l’appoggio a Monti che hanno seguito varie strade anche per le europee. Alcuni hanno optato per Scelta europea, (1,1% in Capitanata, poco meno di tremila voti), altri hanno messo la croce sul Fdi, “unico logo di destra alle ultime consultazioni per Bruxelles”.
Su questo punta il dito Fabrizio Tatarella, che di Fli fu eletto nel 2011 segretario provinciale e che precisa la connotazione di questo soggetto politico: “Ci sarà il nome ‘Destra’ nel partito in costruzione, appunto per ricollocarlo dopo l’esperienza con Monti. In queste elezioni europee il simbolo storico del 16% alle politiche del 1997 ha ottenuto il suo minimo storico, meno del 4%, come le percentuali di Rauti”. Prossima scadenza le regionali, per cui Tatarella prevede una forte componente civica intorno a Michele Emiliano, a prescindere dai conflitti, sedati o meno, nel Pd: “Non credo che faremo in tempo formare una lista per le regionali, comunque l’esperienza di Storace è fallita e la destra di Meloni è sempre più schiacciata su Salvini, cosa che elettoralmente può andar bene a nord ma non a sud. Noi vogliamo una destra europea, i nostri numeri risicati sono dipesi dal fatto che abbiamo giocato fuori ruolo”.
Non si potrà tratteggiare il futuro delle regionali ma quello alle comunali di Cerignola sì: “Io credo – prosegue Tatarella- che Giannatempo si ricandiderà a sindaco per forza di cose, quindi questa storia delle primarie mi pare una fesseria. Noi staremo con Metta, anzi, già ci siamo con Ricambio generazionale”. Il ragionamento si snoda sulla premessa che, nel caso il centrodestra fosse all’opposizione nel consiglio barese, dalla provincia di Foggia i nomi sarebbero tre, uno dei Cinque stelle e due riconferme. La cornice delle comunali, invece, per gli ex Fli si incardina sempre più su sigle non politiche.
E’ il caso anche di Lucera dove Francesco Di Battista (appunto ex Fli) è assessore della giunta Tutolo a ulteriore riprova della diaspora di un gruppo che cerca momenti di riaggregazione e che, laddove si è consumata irrimediabilmente la frattura con la destra pidiellina e di Fdi, alle prossime comunali cercherà di sfidare le sigle dei partiti tradizionali, un’operazione “specchio” di quanto è successo con le civiche rispetto al Pd.
Un video con Gianfranco Fini in veste di allenatore ha annunciato l’evento romano, “a testa alta senza secondi fini, per tornare a vincere”. Mimmo Farina, coordinatore provinciale di Fdi, ironizza: “Ma non sta né in cielo né in terra, chi ha liquidato la destra non può erigersi a ricostruirla. Allenatore? Con le dimissioni di Prandelli aumentano le possibilità di Fini di essere allenatore della nuova destra”. Giuseppe Mainiero, neoeletto consigliere del partito di Giorgia Meloni, evidenzia i profili, diversi: “Hanno scelto una destra salottiera e borghese, noi restiamo legati a un concetto che guarda alla nazione, alle radici, proiettata nel futuro con una vocazione comunitaria, non globalista e mercantilista”. La fondazione di An, com’è noto, è oggetto di contese tra Larussa, Matteoli, Gasparri e Fini. Mainiero aggiunge: “Devono trovare la quadratura del cerchio per non disperdere questo patrimonio, oltre tutte le buone intenzioni”.
Da Foggia Bruno Longo, rieletto in consiglio comunale con La Destra, sarà tra gli osservatori romani: “Il tentativo di Storace è fallito, si doveva creare il movimento per An ma è confluito in Fdi. Con tutti i peccati mortali di Fini, quello, principale, è di aver seguito il sogno di Berlusconi ma è l’unico che ha la statura per riprendere le redini della destra visto anche il declino giudiziario dell’ex premier. Questa formazione potrebbe essere una evoluzione di Fi”. Anche il gruppo di Alemanno pare interessato al dialogo, Agostino Amorico potrebbe recarsi al palazzo congressi, un passo esplorativo prima della tornata congressuale forse a ottobre. “Non abbiamo elezioni all’orizzonte, Renzi e Berlusconi si sostengono a vicenda, dunque- continua Longo- abbiamo tempo per creare un nuovo soggetto politico. Oggi le contrapposizioni sono molto nette, se ognuno si fa un partito non si va da nessuna parte. Non ci interessano, però, Feste Tricolore come a Mirabello”.