Dopo scioperi, cassa integrazione straordinaria e un accordo trovato a gennaio tra l’azienda e le sigle sindacali presenti, mercoledì 4 giugno presso la Confindustria di Potenza si è svolto un incontro sulla questione degli esuberi durante il quale è stata confermata la gravità della situazione presso la Irma, azienda dell’indotto Fiat. Ufficializzato anche il numero dei lavoratori in esubero: ben 107 unità da ricollocare in seguito alla mancanza di commesse per l’azienda di San Nicola di Melfi (ex Stampiquattro) che produceva l’ossatura in lamiera della Punto. “La situazione della Irma non è affatto buona”: commenta il responsabile Fismic dell’indotto Pasquale Capocasale, presente all’incontro. A inizio anno, dopo alcuni giorni di sciopero, lo scorso 15 gennaio è stato siglato un accordo in Confindustria che apriva uno spiraglio per la risoluzione della vertenza e la salvaguardia dei posti di lavoro.
Tuttavia i dipendenti da allora sono in cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre 2014, a causa di una consistente crisi aziendale, dovuta alla mancanza di assegnazione di nuove commesse per i nuovi modelli previsti dal piano di investimenti Fiat (Jeep Renegade e Fiat 500x). A gennaio era sembrata evidente la volontà dell’azienda di restare a San Nicola di Melfi e anche la disponibilità di un gruppo di aziende locali a integrare il piano industriale di Irma con il mantenimento dei livelli occupazionali. Già allora i sindacati chiesero la definizione di un nuovo piano industriale da parte dell’azienda per poter valutare le prospettive future dello stabilimento eppure ad oggi nulla si è mosso. “Si resta in attesa – concludono dalla Fismic – di una riconvocazione in Confindustria insieme ad Acm e alle aziende Irma, Pmc Automotive, Argol, Sit Logistics e Multilog per trovare la soluzione più opportuna”.