
Carine Bizimana, la neoeletta consigliera comunale aggiunta dei migranti, due occhi vivi, intelligenti, abituati a guardare il mondo con attenzione e con coraggio. Il coraggio di chi fa scelte precise e concrete, di chi per anni ha lottato per la costruzione di una rete solidale fra cittadini e migranti nella nostra Foggia che ormai è la sua. Carine è arrivata qui nel 1995 con un visto per studio dal Burundi e ha cominciato a studiare proficuamente alla facoltà di economia. Non le è stato troppo difficile capire che il suo impegno e la sua energia dovessero essere spese altrove. “Il trampolino di lancio” come lei stessa lo definisce, nel mondo delle politiche sociali dell’intercultura e dell’integrazione è arrivato nel 1998 con il programma “Integra” dell’amministrazione provinciale di Foggia. Un progetto realizzato con fondi europei, che prevedeva l’assegnazione di borse volte all’inserimento lavorativo di giovani migranti. Carine diventa così operatrice sociale in un centro di formazione e di consulenza presso la Provincia e poi presso la Biblioteca Provinciale. Nell’ambito di questa attività incontra Colby, scomparso pochi mesi fa, attivo come lei sul territorio a supporto della comunità di migranti. Con lui collabora per anni a numerosi progetti ed iniziative, ne condivide le battaglie e l’abnegazione. A lui la lega una profonda amicizia e stima, ancora viva e palpabile nella commozione con cui ce ne parla: “il nostro Colby”.
Per un anno Carine decide di fermarsi. Un anno in cui si dedica alla maternità, ma non solo. Prende tempo per se stessa, per guardare il suo impegno alla distanza, con sguardo critico e tuttavia costruttivo. Vuole crescere e farlo da sola, cercando una propria strada verso obiettivi più “ambiziosi”. Allora vola a Bruxelles dove svolge una corso di formazione presso il “Centre d’Action interculturelle” diventando una formatrice in comunicazione interculturale “lì è una vera e propria professione… a differenza di qui! Hanno anche un albo!”, sottolinea a l’Immediato con un pizzico di condivisibile polemica. Decide così di portare la sua esperienza formativa a Foggia, nella consapevolezza che l’integrazione passa prima dall’acquisizione di competenze specifiche. Nell’associazione “Vangelo delle vita onlus” trova un ambiente fertile e “un’etica” in cui far crescere i suoi progetti rivolti alla formazione per “giovani adulti”. Si impegna, tuttora e a tempo pieno, nell’attività dell’associazione nell’ambito della cooperazione allo sviluppo ed internazionale, ma più specificamente, nella formazione nelle scuole.
Oggi una nuova sfida l’attende, il ruolo di consigliera. Un ruolo che vuole riempire di senso, a cui vuole dare spessore e concretezza. Ha le idee molto chiare sul programma da sviluppare. “Basterebbe solo valorizzare ed attuare quello che già c’è. I piani di zona prima di tutto. È da qui che si parte. Si tratta di sfruttare al meglio i fondi che sono messi a disposizione e di partecipare alla loro scrittura. Fissare obiettivi – aggiunge – e fare proposte per attuarle attraverso una pianificazione ed una valutazione in collaborazione con le associazioni”. Un necessario lavoro di concertazione per “puntare in alto” e non fermarsi alle mere questioni contingenti. “Bisogna passare dalle piccole cose, come può essere il permesso di soggiorno e le sue problematiche, per arrivare alle grandi, ai progetti più a lungo termine”. Non condivide l’espressione spesso rivolta ai migranti a cui si “deve dare dignità”. Per Carine “la dignità ce l’hai, si tratta solo di prendersela, di riconquistarla”. Le elezioni a cui hanno partecipato i migranti ne sono la conferma. “Sono stata la più votata perché è soprattutto la comunità “nera” ad avere più bisogno di rappresentanza e di partecipazione. Loro vivono la condizione peggiore e queste elezioni erano l’unico modo per farsi sentire. C’è chi ha camminato per chilometri per venire a votare”.
Quando chiediamo a Carine cosa resta della ragazza appena ventenne partita dal Burundi spiega: “Più tempo passi in un posto e più hai consapevolezza delle tue radici. Le radici non si perdono. Per quanto sia una foggiana e viva da foggiana, la burundese si è fortificata. Ora vivo con equilibrio e naturalezza la mia vita. E con l’obiettività di vedere il bello e il brutto dei due posti, nonostante le differenze culturali, che ci sono e restano”.
Carine ci saluta, le facciamo un grande in bocca al lupo per l’incarico. Lei ci ringrazia e rivolge lo sguardo al quadro nel suo ufficio, dove è dipinto Colby. “Con il suo aiuto dall’alto, ce la farò”.