“Lo dobbiamo dire: grazie ai famosi registri che mancano, non possediamo dati aggiornati di incidenza e mortalità per le patologie tumorali. In Italia, e al Sud, particolarmente, siamo lenti”. Lo ha affermato l’endocrinologo Vito Angelo Giagulli, responsabile dell’unità operativa Endocrinologia e Malattie metaboliche dell’Asl di Bari, in occasione del convegno tematico promosso dall’onlus “Cerignola per l’Oncologia”, focalizzato, quest’anno, sulle cause e opportunità di cura del tumore del testicolo. Si è tenuto questa mattina, a Cerignola, presso l’aula consiliare di Palazzo di Città, il quinto appuntamento annuale con la cultura della prevenzione, sostenuto dal periodico d’informazione “Cerignola Città”, al quale sono intervenuti, in qualità di relatori, anche specialisti in scienze dell’alimentazione del “Perrino” di Brindisi, urologi del “Tatarella” di Cerignola, psicologi e medici di base.
Può insorgere con la pubertà, intorno ai 15 anni, e conta circa 900 nuovi casi all’anno in Italia, il tumore ai testicoli, che rappresenta l’1% di tutti i tumori maligni nell’uomo e il 4% dei tumori dell’apparato genitale maschile. Nel sud, rispetto al nord Italia, si registra un’incidenza inferiore e il dato nazionale risulta essere al di sotto della media stimata nei Paesi nordici. Statistiche regionali non sono ancora state elaborate e non si conosce il dato disgregato della Puglia, precisa a l’Immediato Giagulli. “C’è un ritardo nell’attività del Registro dei Tumori, e più in generale, in Italia, siamo in ritardo negli atti preventivi. I primi registri sono delle società più evolute e nordiche dell’Europa. I registri per il tumore del testicolo di cui disponiamo, ad esempio -continua l’endocrinologo-, sono per lo più dalla Francia in su”.
Rappresentano un importante strumento per il monitoraggio della patologia oncologica, e, insieme, uno strumento informativo utile alla programmazione di interventi preventivi. La Regione Puglia ha istituito nel 2008 il Registro Tumori, allo scopo di descrivere il fenomeno neoplastico e le sue variazioni territoriali e temporali dell’intera regione, ma l’attività di rilevazione e registrazione (a cura dell’IRCCS Oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari, di concerto con l’Osservatorio Epidemiologico Regionale, l’Agenzia regionale sanitaria, l’Arpa Puglia, le Asl, le aziende ospedaliere e gli IRCCS regionali) procede a rilento, e tra reiterate promesse di pubblicazione dei dati ufficiali, in particolare per il territorio provinciale di Foggia, non ancora pervenuti.
“Faremo forse prima ad andare su Marte”. L’accento ironico sul colpevole indugio della politica e delle istituzioni preposte (con implicita menata ad Elena Genitle, titolare della delega alla Sanità nell’esecutivo di Vendola) è nello stile dell’assessore comunale alla Sanità, Michele Romano. Ha istituito un Osservatorio operativo della Salute per fare screening dei dati di qualità ambientale, del quale si è perso traccia. Proprio in occasione di un passato convegno promosso da “Cerignola per l’Oncologia”, fu lo stesso Romano, in qualità di medico e assessore, a denunciare pubblicamente una maggiore incidenza di casi di tumore nel territorio locale, imputabile a presunte pratiche illegali di sversamento di rifiuti tossici. “Anni addietro il nostro territorio è stato preda di categorie di imprenditori che si sono affidati a mafiosi e quant’altro, venuti a scaricare nei nostri terreni. Mi assumo la responsabilità personale e politica di quello che dico”, le parole di allora. Una “profezia” rispetto alla cronaca di questi giorni, al sistema criminoso degli sversamenti illeciti di rifiuti campani nell’agro cerignolano venuto a galla con l’operazione “Blak Land”. Prima di parlare di prevenzione della salute o alimentare, è di prevenzione ambientale che ci si deve occupare, esorta l’assessore, puntando il dito contro l’uso massivo dei pesticidi in agricoltura, che “è tra le cause principali dell’insorgere dei tumori”. “Tutto quello che sta succedendo nelle nostre comunità, probabilmente, si rivelerà una bolla di sapone. Io non credo -ribadisce-, ma lo diranno le statistiche, col tempo, perché i dati del registro dei tumori non sono ancora arrivati”.
Il ruolo fondamentale degli inquinanti ambientali è stato oggetto della relazione scientifica dell’endocrinologo barese. “Il fattore ambientale ha un ruolo straordinario -commenta a l’Immediato, in riferimento ai siti inquinati nelle “terre nere” di Capitanata-, e fondamentale è stabilire da quanto tempo erano lì quei rifiuti sotterrati, e che rapporto possono avere con fonti come le falde acquifere. Se poi siano o no la causa di eventuali eventi neoplastici, lo hanno valutato molte osservazioni scientifiche che esiste una relazione tra sostanze tossiche e neoplasie. Vanno prese di petto e bonificate queste aree, non bisogna aspettare. Del resto, il caso Ilva dimostra la connessione, che questa possibile correlazione esiste. La cittadinanza fa bene a muoversi ed essere attenta, perché la coscienza sociale si deve muovere e imporre a chi governa, ai politici, di prendere provvedimenti”.
La mobilitazione per la tutela del diritto alla salute ha già fatto la sua parte domenica scorsa, con la fiaccolata promossa dal neonato comitato spontaneo contro gli avvelenamenti della terra, dell’acqua e dell’aria, che dalla protesta virtuale ha riversato in piazza oltre 500 persone, allertate dalle notizie, poi smentite, sulla presenza di materiali tossici radioattivi rilevati nel corso dei carotaggi effettuati nella cava di località Ragucci, nei pressi della diga Cappacciotti. A distanza di una settimana appena dai lumicini di rabbia e sensibilizzazione, si è tornati a parlare di rischio ambientale e incidenza tumorale a una sparuta platea di studenti dei licei e istituti tecnici cittadini.
Una scarsa partecipazione che non dissuade dall’impegno ormai consolidato i volontari e professionisti dell’associazione presieduta da Raffaella Dalessandro. “Il nostro obiettivo -ha ricordato durante l’incontro Wandisa Giordano, nel team di medici, assieme a Giuseppe Bruno e Agostino Specchio, impegnati nella battaglia della prevenzione- è costruire una rete per l’assistenza primaria per i pazienti, durante i cicli di chemioterapia e per tutta le necessità legate alla malattia, che costringe a dispendiosi trasferimenti”. Negli anni, numerose le giornate dedicate allo screening gratuito per specifiche patologie oncologiche organizzate dall’associazione cerignolana che dal 2011 ha anche attivato uno sportello per il supporto psicologico. “Il primo approccio è sempre il più difficile -confida la psicologa Ripalta Compierchio, nell’equipe che opera presso la sede di via Assisi-, ma dopo aver partecipato alle giornate di prevenzione, molte donne, che non hanno problematiche oncologiche, continuano a partecipare al gruppo d’ascolto, seguendo un percorso per il benessere psicofisico. Molti pazienti poi, li seguiamo a domicilio perché sono impossibilitati a muoversi”.