
Infermieri sul piede di guerra per le condizioni di lavoro non più sopportabili dovute alle carenze di organico e alla mala gestione organizzativa della sanità nell’ospedale ostunese.
E’ questa la denuncia della Fial attraverso il proprio Segretario Provinciale Pino Carbone. Quest’ultimo si appella al direttore generale della Asl Ciannamea, all’assessore Regionale alla Salute, Elena Gentile e al Prefetto di Brindisi, Nicola Prete, per un intervento urgente.
Una situazione quella nell’ospedale ostunese che sta penalizzando, quotidianamente, i livelli di assistenza offerti ai pazienti appesantendo ulteriormente l’attività degli infermieri. Gli infermieri sono sfiniti e spremuti come limoni e con forte senso di responsabilità, spirito di abnegazione serietà professionale stanno affrontando, afferma Carbone, questa emergenza, ma non riescono più a garantire una assistenza di qualità con forti rischi di errori professionali.
La sofferenza di carenza di infermieri viene avvertita in quasi tutti i reparti e risulta essere ai minimi storici; non sono coperti molti turni di operatori che lavorano nelle 24 ore (coloro che garantiscono la continuità assistenziale).
La Fials, prosegue Carbone, “all’inizio di gennaio aveva già segnalato al direttore generale della Asl, Ciannamea, le situazioni di carenza di oltre 10 infermieri tra Medicina Generale, Pediatria, Ostetricia e Ginecologia. Si tratta di unità operativa con forte utilizzo di posti letto. Sofferenze infermieristiche anche nel Pronto Soccorso con attese lunghissime per i cittadini con codici rossi e gialli. Mentre risulta una abbondanza di infermieri nella direzione sanitaria, senza alcuna attività di assistenza diretta infermieristica ai cittadini e pazienti, e nell’attività ambulatoriale di Cardiologia”.
Nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia, denuncia Carbone, nel mese di maggio per oltre 10 pomeriggi non vi è nessun infermiere in servizio ma solo un infermiere generico non abilitato per legge all’assistenza infermieristica diretta ai pazienti. “Lo stesso direttore generale Ciannamea – continua Carbone – in una recente nota al Direttore Medico dell’Ospedale, ha dichiarato che si ritiene irricevibile il ricorso alla disposizione di servizio dell’inserimento nei turni pomeridiani dell’Ostetricia-Ginecologia di Ostuni di una Infermiera Generica senza l’affiancamento di una Infermiera per l’assistenza diretta alle ricoverate. Una soluzione questa, per la Ciannamea, che potrebbe determinare presupposto per il configurarsi di responsabilità professionali e dirigenziali, invitando lo stesso Direttore Medico dell’Ospedale a riportare le situazioni in Ostetricia nell’ambito di una corretta gestione”.
Ma la situazione non varia nei reparti di Pediatria e soprattutto Medicina Generale. Gli infermieri, secondo il sindacato, sono costretti a effettuare turni massacranti e a rinunciare al riposo settimanale, ad effettuare mansioni inferiori adibendosi al trasporto dei degenti nelle varie diagnostiche per l’assenza totale di operatori socio sanitari. Ma è scoppiato, come atteso, denuncia Carbone, il caso del reparto di Medicina Generale, ormai al collasso per l’assistenza infermieristica.
“Basta leggere la dinamica dei ricoveri ospedalieri per rendersi conto che la Medicina Generale – afferma ancora il sindacalista -, con annessi posti letto di Cardiologia, da molto tempo ha un tasso medio di occupazione dei posti superiore al 100% come dimostrato dalla presenza di posti letto in altri reparti o improvvisati sulle barelle. Ad assicurare le gravi criticità assistenziali nella Medicina vi è uno scarsissimo numero di infermieri e personale di supporto (operatori socio sanitari ed ausiliari). Una condizione aggravata, ultimamente, da una disposizione di servizio della Direzione Sanitaria dell’Ospedale con lo spostamento di una infermiera ad altra unità operativa e dall’assenza per malattia di altri 3 infermieri”.
Con una nota denunciano la “grave carenza di infermieri ed operatori socio sanitari in un reparto con oltre 28 posti letto, dei quali 4 di Cardiologia, che deve assicurare, anche, l’attività di assistenza diretta a pazienti della Medicina extra locati in altri reparti, ma ancora quella di ambulatorio, day service, day hospital, ed attività ambulatoriale per la somministrazione di terapie trasfusionali e/o emotrasfusionali”. “Pochi infermieri in turno – precisano -, una situazione aggravatasi maggiormente per malattia di tre infermieri. Spesse volte denunciano gli infermieri, rimane solo uno in attività per tutto il reparto e per turno mattutino e pomeridiano senza una copertura, a volte, di operatori socio sanitari nelle 12 ore con situazioni che vedono gli infermieri costretti anche a svolgere funzioni di ausiliario. Ma ancor di più, per disposizione della Direzione Sanitaria, per due mesi all’anno sono costretti anche a coprire le esigenze infermieristiche del pronto soccorso. Tale situazione, non permette di garantire né una costante assistenza e sorveglianza dei pazienti, né la somministrazione ad orario delle terapie. Ogni struttura sanitaria – concludono – deve ricercare, insieme all’efficienza e all’efficacia delle prestazioni erogate anche la sicurezza del servizio offerto: E’ chiaro, infatti, che laddove il paziente, domandando assistenza che miglioro la sua condizione di salute, riscontri al contrario un danno dalla prestazione sanitaria, si verifica il fallimento non solo della singola prestazione, ma dell’intero sistema che viene meno alla sua missione”.