Il caso dello sversamento illecito dei rifiuti in Capitanata si sposta nell’Alto Tavoliere. Dopo l’operazione “Black Land” ora è il turno di Apricena dove è scoppiata una polemica sulla ditta Bianchi. Ecco la replica del titolare dell’azienda, il signor Matteo Bianchi, accusato di aver inquinato l’area dei Trefossi nella città del marmo. “La Magistratura conosce i responsabili dell’inquinamento” spiega l’imprenditore, titolare da poco più di un anno di una ex cava situata in quella zona. In questa storia sono una vittima, per aver acquistato un terreno, probabilmente inquinato, dalla Regione”. Nonostante quanto erroneamente riportato da parte della stampa, ad oggi non risulta nessun sequestro preventivo della cava né procedimenti a carico di Matteo Bianchi. La stessa ordinanza del commissario prefettizio Daniela Aponte, che cita il rapporto del Noe, in riferimento al sito di proprietà del gruppo Bianchi, parla della “verosimile” presenza di rifiuti speciali nella ex cava. Aponte, partendo da questo rapporto del Noe, ha chiesto agli attuali proprietari di attivare le procedure previste dalla legge per accertare la presenza di eventuali rifiuti dannosi. Questo, anche se il gruppo oggi proprietario del sito risulta estraneo a qualsiasi sversamento di rifiuti, come ha già accertato la Magistratura. Lo spiega lo stesso Matteo Bianchi, che in questa vicenda, laddove venisse verificata la presenza di materiali pericolosi, può ritenersi vittima. Per aver acquistato un terreno che potrebbe essere stato inquinato.
“Lunedì scorso, 28 aprile 2014 – spiega Bianchi – l’ordinanza del Commissario Prefettizio Daniela Aponte mi è stata notificata dal messo comunale; ho appreso con stupore che “verosimilmente” (così riporta la nota del Noe.) il terreno, che ho acquistato con una delle società che compongono il mio gruppo imprenditoriale meno di un anno e mezzo fa, potrebbe essere stato interessato da “scarichi illeciti di rifiuti speciali”.?Con la giusta dignità e misura che appartengono ad un imprenditore che si è sempre mantenuto a debita distanza dall’illegittimo quale ritengo di essere, ho sentito nell’immediato il mio Avvocato Franco Metta e l’indomani stesso ho comunicato ai vertici istituzionali del Noe, della Procura di Bari, della Dda. e del Comune di Apricena la mia piena disponibilità ad attivare le idonee procedure previste dalla legge.?Ho fatto rilevare agli organi suddetti un dettaglio la cui importanza è rilevante: il terreno localizzato al Nuovo catasto terreni del territorio di Apricena (contraddistinto dai dati Foglio 10, Particella 534) è stato da me acquistato con atto di compravendita solo un anno e mezzo fa, vale a dire il 29 ottobre del 2012; prima di tale data, infatti, la proprietà della cava in questione era dell’Ente Regionale di Sviluppo Agricolo della Puglia.?Pertanto, come già il mio avvocato Franco Metta ha spiegato alle istituzioni, l’area è nella mia disponibilità da poco meno di diciotto mesi: troppo pochi per potermi accollare la responsabilità di sversamenti illeciti, che sono distanti anni luce dal mio costume. L’ordinanza emessa dalla Dottoressa Aponte – prosegue – mi vede, dunque, destinatario passivo della stessa soltanto in quanto attualmente proprietario dell’area ed estraneo a fatti accaduti precedentemente il mio acquisto. E sono estraneo, dunque, anche al procedimento penale collegato alla vicenda, così come accertato dalla magistratura nel procedimento n. 7287/13/RGNR mod. 21”. “In breve – spiega ancora Bianchi – io non sono stato inquisito in alcun procedimento penale e l’area non è assolutamente sottoposta a sequestro.?Naturalmente nei prossimi giorni procederemo alla messa in mora dell’Ente, che per decenni è stato proprietario di questa cava, perchè se le operazioni di bonifica rinvenissero rifiuti di qualsiasi tipo – speciali o non – sarei stato oggetto di un danno difficilmente quantificabile, per la difformità ed il vizio che abita il terreno in oggetto”.
Secondo Bianchi, la notizia è stata oggetto di strumentalizzazioni da parte di alcuni esponenti politici in corsa alle prossime elezioni amministrative di Apricena. “Ho tenuto subito a precisare e divulgare la mia verità, a mezzo stampa ed internet, perchè non ho potuto non notare di come una certa fazione politica – tanto per cambiare, la lista capeggiata da Lacci e Pasqua – abbia immediatamente strumentalizzato l’accaduto, come sempre in tempi record. D’altro canto, è arcinoto il mio impegno in favore dell’ambiente, al punto che i miei compaesani ricorderanno l’imponente campagna No-Cementificio in cui io e la mia famiglia ci siamo resi protagonisti negli anni passati, mettendo a nudo un sistema completamente marcio, un mostro di insalubrità e di malaffare che aleggiava sulla nostra Città. Oggi, probabilmente, Lacci e Pasqua con questa notizia vorrebbero saldare il conto. Quello che non hanno ancora capito è che hanno un conto in sospeso con la cittadinanza e non con la famiglia Bianchi”.