Tre temi, quattro candidati sindaci. E nessuna “promessa” su due temi rilevanti, l’occupazione (vero tallone d’Achille della città) e il “Gino Lisa”, l’aeroporto messo in congelatore da ormai troppo tempo.
Così la sede della Cisl di Foggia diventa il primo banco di prova per Leo Di Gioia (lista civica), Luigi Miranda (lista civica), Franco Landella (centrodestra) ed Augusto Marasco (centrosinistra). Il pacchetto di “rivendicazioni” messo sul tavolo dal segretario Emilio Di Conza è solo l’input al “question time” da 3 minuti che quasi nessuno ha rispettato. Ecco i temi e le posizioni.
Edilizia e crollo dell’occupazione
L’assessore regionale al Bilancio, Leo Di Gioia, è in vena di “puntualizzazioni”. “Bisogna innanzitutto capire quali sono le competenze del Comune sul tema – ha esordito -. Evidentemente è utopia pensare che Palazzo di Città possa da sola risolvere questo problema. L’unica possibilità è quella di ‘facilitare’ le politiche messe in campo dalla Regione Puglia. Ma serve una macchina amministrativa snella ed un ufficio apposito per gestire tutti i fondi disponibili”. I candidati si animano, però, quando si affronta il tema delle società partecipate. Per Di Gioia “non devono essere il luogo per trovare soluzioni occupazionali”. Per Miranda “il fallimento dell’Amica è l’emblema dello sfascio di una stagione”, che non può essere ripetuto per risolvere l’emergenza della “bomba sociale” della perdita costante di posti di lavoro. Landella, dopo aver etichettato il decreto “salva città” come il “prodotto di una “politica scellerata” (perché avrebbe “bloccato le assunzioni per dieci anni”), sottolinea l’impegno per la stabilizzazione dei lavoratori precari “che hanno sempre protestato sotto palazzo di città”, delegando il tema assunzioni “alle imprese che però devono essere favorite con adeguate politiche si sviluppo”. A puntare con decisione sulla pianificazione strategica delle risorse europee per il 2014-2020, Augusto Marasco: “Lo sforzo da compiere sarà quello di liberare risorse da investire in innovazione e cultura”. E per moltiplicare gli effetti positivi “scaturiti dall’attività ricchissima del terzo settore”. Nell’edilizia, invece, la strada dovrà segnata dalla “rigenerazione urbana sostenibile”.
Logistica e trasporti
“Hub”, “centralità della stazione di Foggia”, “casello” e “logistica integrata”, sono termini-must per tutte le stagioni. Il segretario della Fai Cisl, Franco Bambacigno, si spinge oltre le Colonne d’Ercole della memoria, piazzando l’asso della verifica dei costi dell’operazione Federico II Airways. Ovviamente, il tema principe è il “Gino Lisa”. Per l’architetto foggiano a capo della coalizione di centrosinistra, “i progetti per il rilancio del settore ci sono già, tocca alla Regione sbloccarli: c’è qualcuno che ci deve dire, in maniera chiara, se si possono fare o no”. È solo la prima delle frecciate al commercialista di stanza in via Gramsci. “Gran parte della classe dirigente di Bari – replica Di Gioia – ritiene che l’aeroporto non sia strategico. Non chiediamo compensazioni alla Regione, ma dobbiamo essere in grado di programmare lo sviluppo. L’Enac ha dato l’okay alla procedura. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha già promesso che accelererà sulla Via. La Regione intanto ha appaltato l’opera…”. Tutto risolto, dunque? Macché. Landella, infatti, rincara la dose delle polemiche sull’asse Foggia-Bari definendo “elemosina” il contributo di “2 euro a passeggero per il progetto messo in piedi da Guglielmi (LEGGI): evidentemente – precisa – siamo un pericolo per l’aeroporto di Bari”.
Fiera al capolinea?
La prossima campionaria dell’agricoltura potrebbe essere l’ultima. “Qualche giorno fa – ha spiegato Di Gioia – è stato presentato il piano di rientro per i circa 3 milioni di euro di debiti. Se il documento dovesse essere ritenuto convincente, si potrà contare su un contributo di 1 milione di euro. La crisi delle fiere è ormai un dato di fatto in Italia, basti pensare al clamore suscitato dalla mancata organizzazione del Motor Show di Bologna e dalla crisi della Fiera di Rimini. A Bari la Fiera del Levante ha debiti di gestione di 30 milioni di euro. L’obiettivo deve essere quello dell’ottimizzazione dei processi, cominciando dall’evitare le fastidiose duplicazioni degli eventi”. Tra i progetti da portare a termine, “la valorizzazione immobiliare di Corso del Mezzogiorno con i parcheggi per 700 posti auto”e il “completamento del Teatro Tenda”. Luigi Miranda propone la soluzione “pubblico-privato” per la gestione dell’area, che “deve entrare nel tessuto della città, magari attraverso lo spostamento del mercato settimanale”. Landella vorrebbe mettere i pannelli fotovoltaici sui capannoni per ridurre i costi di gestione. Mentre Augusto Marasco bacchetta la programmazione “a singhiozzo” degli altri candidati sindaci: “Si continua a parlare senza un progetto compiuto – afferma -. Serve una visione complessiva dello sviluppo, altrimenti si continueranno a reiterare gli errori del passato. Il risultato del trasferimento del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) da Bari a Foggia è stato uno dei punti di maggior successo dell’amministrazione uscente. Bisogna partire da qui. Anche se il punto decisivo rimane un altro – conclude -: ci sono diversi cantieri aperti, per decine di milioni di euro, ma le risorse sono bloccate dalla Regione e dal ministero delle Infrastrutture. La via d’uscita è un accordo di programma che tenga insieme tutti i finanziamenti”.
Il duello Marasco-Di Gioia
Si osservano e si punzecchiano per tutto il tempo i due candidati sindaci, con stilettate – serve precisarlo – sempre eleganti. A volte la sensazione è che gli altri, semplicemente, non fossero presenti al tavolo. Difatti, dagli estremi del tavolo (Di Gioia a sinistra e Marasco a destra), si marcano a uomo Leo ed Augusto. Il sasso lo lancia il primo, ripetendo pedissequamente il termine “assessore” riferendosi all’architetto. La cosa non va giù a Marasco, che immediatamente risponde con tono piccato: “Già! assessore – precisa -, l’assessore sei tu…”. Sui Pirp (Programmi integrati di riqualificazione delle periferie) parte la battaglia sull’Urbanistica, terreno particolarmente favorevole a Marasco: “È tutto bloccato a causa dei ritardi della Regione”, ribadisce per l’ennesima volta. Di Gioia replica: “Guardiamo anche ai ritardi sul Piano regolatore…”. “Si chiama Piano urbanistico comunale”, bacchetta il secondo. Comincia così il duello tra i due, che per Landella rappresentano “la stessa anima”.