“Si è chiusa la fase di impianto e si è aperta quella di consolidamento dell’Università di Foggia”. Non ha dubbi il rettore, Maurizio Ricci, nel commentare i primi 15 anni dell’ateneo in via Gramsci. Il contenitore culturale preparato nei mesi scorsi, con eventi, proposte didattiche e sociali, è solo la cornice alla “fase 2”, quello della maturità dell’università foggiana. Il completamento del polo di medicina di via Napoli (previsto a settembre), poi, sarà il vero salto di qualità per consolidare il patrimonio accumulato dal 1999, anno della fondazione.
“Le manifestazioni che abbiamo preparato saranno molteplici – ha spiegato Ricci – compresa una galleria permanente realizzata in collaborazione con enti e artisti del territorio; quindi la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico alla presenza del Ministro Stefania Giannini; l’Open Day a cui stiamo lavorando per schiudere le porte dei nostri uffici e dei nostri edifici alla cittadinanza. E ancora l’agognato trasferimento di Medicina e chirurgia ai nuovi plessi del Polo Biomedico di via Napoli, un evento a suo modo storico per diverse ragioni. L’obiettivo è ricordare al territorio che questa Università è patrimonio di tutti, che quindi tutti devono concorrere alla difesa dei risultati che in questi primi quindici anni abbiamo ottenuto”. Di fatto l’idea è stata quella di far confluire, all’interno di questo ampio contenitore celebrativo, tutte le iniziative in programma fino al prossimo autunno: non facendosi rappresentare da eventi straordinari, ma piuttosto attribuendo il giusto rilievo a momenti molti significativi per la vita dell’Ateneo.
“Quelli in cui è stata sancita l’autonomia della nostra Università sono stati giorni concitati ma, forse proprio per questo, giorni bellissimi – racconta il professor Antonio Muscio, primo rettore dell’Università di Foggia –. Giorni in cui sapevamo di essere di fronte a un traguardo storico, a una conquista sociale, e proprio per questo ne avvertivamo la grande responsabilità. Naturalmente che ci fosse una disponibilità di massima da parte del Miur lo sapevamo, ma tra le intenzioni e l’ufficialità molto spesso passa la vita intera. Tuttavia eravamo consapevoli del fatto che tutto il territorio, le istituzioni pubbliche in primo luogo, avessero fatto sistema come non mai: compatti per il conseguimento di un grande obiettivo. Foggia ebbe, e ora mi riferisco al Decreto ministeriale, la sua Università in una giornata di sole meraviglioso, una giornata d’agosto entrata a far parte delle date più importanti della mia vita. Sono orgoglioso di averla rappresentata come Rettore per anni (dal 1999 al 2008), ma soprattutto di aver contribuito a fondarla, di averla vista crescere come se fosse stata uno dei miei figli”.
Molto significativa anche la testimonianza diretta del senatore Ortensio Zecchino, che il 5 agosto 1999 firmò il Decreto ministeriale che sancì la nascita dell’Università di Foggia. “Quindici anni di vita sono pochi per un’Istituzione universitaria, eppure in questo breve tempo l’Università di Foggia ha saputo conquistare un posto di rilievo nel panorama nazionale, come attestano i lusinghieri giudizi degli organi ufficiali di valutazione. La memoria va oggi alla data in cui ebbi l’onore di firmare, come ministro, il decreto che ne sancì la nascita, come soggetto autonomo – ha dichiarato invece l’allora ministro Miur Ortensio Zecchino –. Quell’atto segnò la conclusione di un lungo percorso e il coronamento di molte battaglie. Il primo passo si era realizzato nel piano quadriennale per l’Università 1986-1990, di cui fui relatore in Senato. Quel piano stabilì che le nuove Università programmate dovessero nascere per ‘gemmazione’ da sedi di consolidata esperienza. L’Università di Foggia nacque così ‘gemmata’ e sotto la tutela di quella di Bari”. Prima di proseguire: “La decisione di dar vita a nuove Università, quasi tutte al Sud, scatenò in quel tempo i soliti ‘benpensanti’, preoccupati per la ‘licealizzazione’ del sistema universitario. Questo fu motivo polemico ricorrente in buona parte della stampa nazionale, dimentica della storica carenza di strutture universitarie al Sud (per sette secoli il Mezzogiorno peninsulare aveva potuto contare sulla sola Università di Napoli) e, al contrario, della storica disseminazione di sedi universitarie, anche di piccola dimensione, nel Centro-Nord (squilibrio specifico che dice molto sulle cause del più generale squilibrio socio-economico tra le due Italie!). Ultimo ostacolo all’autonomia dell’Università di Foggia fu il distacco, fisiologicamente traumatico, dall’Università gemmante, che impose al Ministro pro-tempore, interventi di mediazione, compensazione e conciliazione non sempre facili. Oggi che l’Ateneo di Capitanata è una realtà ben viva – conclude -, questi ricordi debbono accrescere il compiacimento per la ‘scommessa’ fin qui vinta e stimolare nuove energie per le sfide che si delineano su orizzonti sempre più vasti”.