I pro Iriip non ci stanno a passare come un comitato manovrato o asservito alle ragioni del M5S, che con i suoi diversi portavoce per timore di possibili ripercussioni elettorali ha riveduto e corretto le proprie posizioni sull’argomento. La richiesta di un intervento ispettivo del Mibac presso la Sovrintendenza di Foggia per i Campi Diomedei indirizzata al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli lo scorso 12 settembre porta la firma dei referenti del comitato Pro Iriip e del suo presidente Franco Cuttano in difesa dello storico ed esclusico complesso Deposito Cavalli Stalloni di Foggia progettato dall’architetto Marcello Piacentini.
I pro Iriip, schernendo alcune idee presentate all’Apulia Felix da chi propone di trasferire i cavalli addirittura a Masseria Giardino, fanno notare come in tantissimi città italiane il mondo dell’ippica viva un forte rilancio.
Palermo ha ritrovato il suo “campo a ostacoli”, con una grande manifestazione che ha inaugurato nel 2015 la “Struttura equestre” del Parco della Favorita.
Lo stesso dicasi in Liguria col Campo Ippico di Sanremo. Tra gli esempi più fulgidi quello sloveno con l’Allevamento di Lipica, che ha ospitato il Campionato Mondiale 2017 di Pariglie, con 65 tra i migliori cavalieri con circa 200 cavalli, provenienti da oltre 20 Paesi di tutto il mondo. Non solo Siena col Palio, anche Roma crede nei cavalli. Dal 6 al 9 settembre allo Stadio dei Marmi Pietro Mennea, si è tenuta la quindicesima tappa del Longines Global Champions Tour 2018: in gara le migliori amazzoni e i migliori cavalieri del mondo.
In realtà a ben vedere i tre atti della Sovrintendenza che si sono succeduti in questi anni, fino all’ultimo della attuale dirigente che ha bloccato i lavori del Parco Urbano in autotutela, non hanno mai applaudito il progetto, né il Contesti che vinse il Concorso di Idee e neppure quello successivo, adeguato con le migliorie dall’equipe dell’impresa, che ha vinto la gara d’appalto.
Tutto l’iter dei Campi Diomedei appare assai farraginoso. Solo di consulenze e di progettazione sono volati 700mila euro, con il là a quel primo premio da 35mila al docente Efisio Pfizialis e al suo staff. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo le varie fasi.
Nel 2015
Nella conferenza di servizi conclusiva del 31 agosto 2015 l’allora soprintende era l’architetto Carlo Birrozzi, e fu rappresentato dall’architetta Enza Zullo, la quale sottolineò che il progetto definitivo consegnato nel gennaio 2014 era “privo di quegli elementi di innovatività che avevano contribuito ad una valutazione positiva dell’idea progettuale Contesti, vincitore del concorso di idee”. Come a dire quindi che già nella primissima fase il progetto migliore, che aveva convinto la commissione, era stato parzialmente stravolto nel progetto definitivo tanto da non avere più il placet della Soprintendenza. Nello specifico mancavano l’integrazione e la connessione dell’area dell’ex ippodromo con la Fiera e la Villa Comunale; i sistemi di coperture a maglie modulari in bambù (solo successivamente previste dalla ditta); l’area dell’orto botanico che prevedeva una polla per la raccolta dell’acqua e un sistema di smistamento dell’irrigazione e la predisposizione di spazi adeguati per l’approccio fisico con i cavalli e l’integrazione con le strutture dlel’ippodromo, tra le quali il museo delle carrozze. In quella relazione si legge che “rispetto all’idea progettuale Contesti il progetto arrivato in conferenza di servizi presenta alcune variazione che ne contribuiscono a dequalificare l’idea iniziale e conseguentemente i valori paesaggistici ed archeologici dell’area. Si ritiene di forte impatto la modellazione del terreno con un sistema di gradonate che sostituiscono le più naturali pendenze”. Le gradonate poi saranno del tutto depennate.
Ma già in quella prima relazione la Soprintendeza eccepì anche sulla recinzione, che originariamente in Contesti sarebbe dovuta essere “metallica trasparente o permeabile alla vista dotata delle caratteristiche da non richiedere rilevanti opere di escavazione per il suo posizionamento”. In conferenza di servizi il progetto si presentava con una recinzione lignea a fitti pali di castagno, solidamente infissi in una trave di fondazione in calcestruzzo, che chiudono lo spazio a qualsiasi forma di rapporto visivo. Si sa che poi nel progetto esecutivo la recinzione salta proprio.
Soprattutto le critiche sono relative alle aree da asfaltare e destinate a marciapiede e parcheggio, ritenute “molto estese e di forte impatto visivo anche per via delle pavimentazioni utilizzate e di fatto contrastanti con gli obietytivi di valorizzazione dell’area come nuovo spazio verde”. Infine i cavalli. “Non si ravvisa la presenza di elementi simbolici ed evocativi, volti a richiamare la tradizione del cavallo legata al culto antico”. Dulcis in fundo: “Il progetto appare privo di adeguati approfondimenti conoscitivi da un punto di vista archeologico”, perché spiegò Zullo “la valorizzazione è limitat a quanto già noto ed esistente. La ricostruzione del compound e della capanna appare una inutile duplicazione di quanto già esistente a Parco di Passo Corvo. Una serie di interventi previsti in progetto, come i sistemi di dune, recinzione, parcheggio a raso e impianto di alberi, appaiono incompatibili con la tutela archeologica in assenza di sistematiche indagini non adeguatamente previste in progetto”.
Il doppio vincolo e il “grande otto” archeologico e tutte le osservazioni della Soprintendenza in due settimane vengono superati e il 14 settembre del 2015 viene sottoscritto il disciplinare regolante i rapporti fra Regione Puglia e Comune di Foggia per la realizzazione del progetto del Parco Urbano e Archeologico Campi Diomedei, viene approvato il progetto definitivo per un importo di 4,9 milioni e viene approvata la documentazione per il bando di gara. La commissione si riunisce il 18 dicembre, partecipano in due, l’Ati Ats Montemaggiore+Delta Ambiente + Habitat Immobiliare e l’Ati Consorzio Cooperative. Vince il primo Ati rappresentato dall’imprenditore cooperativista Ugo Fragassi, che ha presentato una migliore offerta tecnica con numerose migliorie.
Il progetto esecutivo quindi non è più quello della stazione appaltante, che aveva incamerato ormai il Contesti del Concorso di Idee, ma con la scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa, il progetto diviene quello “migliorato” dalle offerte degli architetti e dai tecnici ingaggiati dall’Ati di Fragassi.
Tali migliorie sono giudicate nel capitolato d’appalto con la dicitura “spese per la progettazione” a cui vanno altri 65mila euro. A queste si aggiungono le spese per la direzione dei lavori, che il Comune decide di esternalizzare pubblicando un avviso pubblico, anziché fare al proprio interno con personale della tecnostruttura comunale. Altri 200mila euro, vinti dall’architetto Gaetano Centra, Gianluca Cioffi e altri professionisti in Ati.
Nel 2018
Nella autorizzazione finale ottenuta dalla ditta nell’estate del 2018 dall’ex sovrintendente Simonetta Bonomi, si elencano delle prescrizioni importanti. Anzitutto si vieta di modificare l’altezza e la sagoma degli edifici esistenti fuori terra. “La pavimentazione, la distribuzione e la tipologia delle alberature dovranno concordarsi in corso d’opera con la Scrivente: il torrino deve essere riqualificato e non sostituito e per quanto attiene il monumento ai cavalli lo stesso resta al momento escluso e se ne valuterà la validità e opportunità dell’idea in corso d’opera, sulla base di grafici e di un’idea progettuale più completa. Tutte le attività di scavo al di sotto della quote di campagna attuali devono essere condotte con I’assistenza archeologica continuativa e in riferimento alle attività di scavo e di documentazione archeologica, dovrà essere prevista apposita voce di spesa, al momento non contabilizzata, per i necessari interventi conservativi e di restauro sui reperti archeologici”.
I dubbi
Oggi l’atto della Soprintende Picchioni cambia tutto e fa presagire nuove modifiche ad un progetto totalmente stravolto rispetto all’idea iniziale che vinse il Concorso. Il sindaco di Foggia ha promesso di incontrare il Ministro. Il consiglio monotematico dovrebbe tenersi nei prossimi giorni, mentre pare sventato il ricorso al Tar. “Quali sono i costi sociali della progettazione?”, si pone questa domanda l’architetto Franco Onorati che pone il quesito anche all’Ordine degli Architetti insieme ai Fuori Lista. “Chi pagherà i nuovi costi di progettazione, quando la preliminare costò 300mila euro e ci sono circa 1000 professionisti disoccupati? I Campi Diomedei sono dentro una stagione progettuale che riporta sempre gli stessi nomi in almeno tre cantieri: Chiesa delle Croci, Teatro Giordano e Campi Diomedei. In un bando da 4,9 milioni di euro, per un parco dal doppio vincolo di 23 ettari sono previsti solo 200mila euro per il settore archeologico tanto che l’impresa che ha vinto non la Soa per il restauro, ma è specializzata solo per l’arredo urbano. Mi chiedo chi debba fare il nuovo progetto. Chi deve scegliere i calcolatori e soprattutto in caso di escussione della polizza assicurativa per danni di progettazione chi pagherà? I redattori del progetto esecutivo o quelli del progetto definitivo? Mi imbarazza che un ordinario di architettura come Pfizialis sia venuto a Foggia a difendere un progetto modificato dall’impresa”.