Con la morte di storici boss e l’arresto di figure chiave, la “Società Foggiana” si trova in una fase di ristrutturazione. Il clan Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese sembra oggi l’unico con esponenti di rilievo ancora in libertà, come Raffaele Tolonese, detto “Rafanill”, 66 anni, recentemente tornato libero dopo aver scontato una condanna legata all’operazione “Corona” del 2013.
Tuttavia, la recente detenzione di Giuseppe Trisciuoglio, 48 anni, figlio del defunto boss Federico “Enrichetto lo Zoppo”, ha complicato il quadro. Arrestato in flagranza con un arsenale in un garage di Foggia, è accusato di detenzione illegale e ricettazione di armi da guerra. Un episodio che potrebbe svelare un certo attivismo criminale da parte di Trisciuoglio junior che con il fratello Fabio è già stato coinvolto in altre vicende giudiziarie. Sul caso dell’arsenale, l’uomo si è difeso: sarebbe appartenuto al padre defunto e lui non avrebbe messo piede nel garage da almeno tre anni.
La leadership del clan è stata forse indebolita dall’omicidio di Salvatore Prencipe, detto “Piede Veloce”, avvenuto nel maggio 2023. Prencipe, 59 anni, era considerato un esponente di rilievo del gruppo ma sembrava essere uscito di scena. Mistero su mandanti e killer: regolamento di conti interno alla sua batteria o l’opera di un’altra organizzazione mafiosa?

Nel frattempo, altri clan storici come i Moretti-Pellegrino-Lanza guidati da Rocco Moretti detto “Il porco” (in cella dal 2017) e i Sinesi-Francavilla, colpiti dai pentimenti dei fratelli Francavilla, hanno visto i loro leader incarcerati, molti dei quali al 41 bis. Roberto Sinesi, detto “Lo zio”, è tornato brevemente in libertà nel febbraio 2024 dopo anni di detenzione in regime di carcere duro ma nel giro di 24 ore è rientrato in cella dopo il ricorso della procura. Tra pochi mesi i giudici torneranno a valutare una possibile scarcerazione di Sinesi: in gioco decenni di carcere e la ricalcolazione del cumulo pene.
La situazione attuale vede quindi il clan Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese in una posizione di relativa forza, ma con una leadership sotto pressione. Le forze dell’ordine continuano a monitorare la situazione, consapevoli che la riorganizzazione della criminalità organizzata foggiana potrebbe portare a nuovi equilibri e potenziali conflitti interni.