Parole durissime e un lungo elenco di fatti gravi ignorati. È una replica senza giri di parole quella che Nicola Canonico, ex presidente del Calcio Foggia 1920, ha affidato a un comunicato ufficiale per rispondere al servizio andato in onda lunedì 15 aprile durante la trasmissione “90° Minuto” su Rai 2 (Qui Il Servizio). Nel mirino, il ritratto del suo operato alla guida del club dauno, definito “vomitevolmente distorto” e “lesivo della persona”.
Le accuse alla Rai e il silenzio sugli atti intimidatori
Canonico contesta il contenuto del servizio televisivo, accusando la redazione Rai di aver diffuso “un’immagine falsa e manipolata” del suo percorso da presidente, dipingendolo come colui che “abbandona la squadra” e “chiude i rubinetti” senza tener conto della realtà dei fatti. L’ex patron sottolinea con forza che lui e il figlio sono persone offese in un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, avviata a seguito di episodi gravissimi.
Nel comunicato vengono ricordati, tra gli altri, il ritrovamento di un ordigno esplosivo da 1,2 kg di tritolo sotto l’auto del figlio, gli attentati subiti dai calciatori Davide Di Pasquale e Alessandro Garattoni, oltre ai tentativi di incendio ai danni delle auto del segretario Giuseppe Severo e dell’allora direttore generale Vincenzo Milillo, sventati grazie all’intervento della Digos. “Tutti fatti pubblici, documentati e oggetto di indagine – scrive Canonico – completamente ignorati da una testata del servizio pubblico”.
Le accuse a Di Gennaro e il richiamo al diritto di replica
Nel mirino anche le dichiarazioni rilasciate nel servizio dall’ex calciatore e opinionista Antonio Di Gennaro, che avrebbe affermato che Canonico “già in altre piazze ha fatto le stesse cose”. “Parole gravemente diffamatorie e infondate”, le definisce l’ex presidente, che ribatte punto per punto: “Non ho mai lasciato società con debiti federali, nessun club da me gestito ha mai subito penalizzazioni. A Bisceglie e Andria ho lasciato realtà in grado di proseguire regolarmente l’attività”.
Canonico rivendica il diritto di “aprire e chiudere cicli sportivi in piena trasparenza e rispetto degli obblighi”, ma condanna l’assenza di contestualizzazione e la totale omissione degli episodi criminali vissuti negli ultimi mesi di gestione.
“Clima di odio disumano, non era più possibile continuare”
Ampio spazio nel comunicato viene dato al clima di contestazione vissuto a Foggia, descritto come “violento, volgare e disumano”. Canonico ricorda l’esposizione di una testa di maiale raffigurante il suo volto in curva Nord, messaggi di auguri di morte e insulti ripetuti alla sua famiglia. “Non è calcio, è violenza psicologica travestita da dissenso. Nessun imprenditore, nessun padre può proseguire serenamente in un contesto simile”.
La decisione di chiudere la propria esperienza a capo del club rossonero, sottolinea, è maturata proprio per l’ambiente “diventato inaccettabile”. “Ho lasciato una società sana e in regola – ribadisce – ma distante da un contesto che ha superato ogni limite”.
Le richieste alla Rai e l’annuncio di possibili azioni legali
Canonico chiede alla redazione di “90° Minuto” la lettura integrale del comunicato nella prossima puntata utile, oltre a una rettifica ufficiale delle dichiarazioni ritenute false. Infine, l’annuncio: “Mi riservo ogni azione a tutela della mia persona, del mio operato e della mia reputazione dinanzi alle sedi competenti”.
La chiusura è netta: “La verità non si nasconde. La verità non si insabbia. La verità si racconta”. Un messaggio chiaro, con il quale l’ex presidente foggiano intende ristabilire la propria versione dei fatti, lontano da strumentalizzazioni e semplificazioni mediatiche.