“Ringrazio tutta la società civile perché ha diffuso in questi anni la cultura della legalità. Rispetto la posizione di Laronga ma non la vedo allo stesso modo”. Così il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro nel giorno del suo saluto alla Capitanata. Lo attende la procura generale di Lecce. “Ringrazio molto la società civile, cito Libera, la Fondazione Buon Samaritano, le cooperative che si occupano dei beni confiscati alle mafie, le parrocchie e tante associazioni culturali. C’è un bel fermento, tante realtà hanno dato un contributo importante. Prima c’erano rassegnazione e assuefazione, ora non è più così”.
Antonio Laronga, attuale sostituto procuratore, anche lui in procinto di trasferirsi altrove, in una recente intervista aveva fatto emergere una certa amarezza nei confronti del reale impegno della società civile in Capitanata. Di diverso avviso Vaccaro che però avverte: “Il foggiano deve recuperare un senso di ironia e sarcasmo. Sono cose da valorizzare e riscoprire, l’approccio alla vita sarcastico può aiutare molto. E poi i foggiani sono sempre tanto generosi, partiamo da quello che siamo stati in passato, da una storia di generosità”.
Non manca un pizzico di rammarico per l’imminente addio: “Mi dispiace dover andare via, sarei rimasto per sempre ma è giusto che sia così, il mio mandato è a scadenza altrimenti sarei rimasto procuratore a vita della mia città. Assieme a tutta la ‘squadra Stato’ abbiamo arato il campo, ora va coltivato”.
Per il suo successore è corsa a due: “Ci sono due domande, una giunta dal procuratore di Trani, Renato Nitti (che sarebbe in pole position, ndr), l’altra dal sostituto procuratore Enrico Infante, poi sarà il Csm a scegliere”.
Numerosi i casi ancora aperti, inclusa la famigerata strage di San Marco, ancora senza responsabili, fatta eccezione per il basista. Una mattanza di mafia avvenuta proprio nei giorni dell’insediamento di Vaccaro: “In questi anni abbiamo riaperto una serie di casi anche grazie a nuovi collaboratori di giustizia, circa una ventina. Speravo di chiudere l’inchiesta sulla caduta dell’elicottero ma alle volte c’è bisogno di maggiore tempo”.
Il procuratore non ha indicato un processo in particolare che gli abbia generato particolare soddisfazione e ha spiegato perché: “Quando otteniamo risultati concreti è difficile avere una sensazione di orgoglio, spesso si tratta di vittorie amare. Non riesco a provare soddisfazione per una condanna”.
Sulle querele temerarie ha evidenziato che in realtà il numero di archiviazioni è in linea con quello di altre procure italiane, ma forse, nonostante le sue parole, il lavoro di filtro dell’ufficio dell’accusa è ancora carente e lo dimostra la mole di procedimenti penali che ingolfa quotidianamente il tribunale.
Infine, un parallelo con la terra che presto lo accoglierà: “A Lecce ho notato una comunità coesa e orgogliosa, spero che questo avvenga anche a Foggia dove mi auguro che si possa potenziare la videosorveglianza, molto presente nella città salentina. In ogni caso penso che qui si sia avviato un percorso. Spero che presto la Capitanata possa ottenere i risultati del Brindisino, un tempo zona di contrabbandieri e ora meta del turismo mondiale. Agli imprenditori ho detto con chiarezza che abbiamo un territorio vasto che facilita gli insediamenti produttivi, abbiamo tutto quello che serve per crescere. Spero che ben presto ci butteremo alle spalle questa cappa di criminalità. Mi auguro che anche la nostra provincia possa avere un riscatto”.