Non è un’epidemia e non ci sono motivi per sollevare un’emergenza sanitaria, ma in Puglia l’incidenza del morbillo ha superato in alcuni territori le soglie di attenzione. Per questo motivo, la Regione ha diramato un alert a tutte le Asl, invitando i medici di medicina generale e i reparti ospedalieri di malattie infettive ad alzare il livello di sorveglianza. Lo riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, in un approfondimento che fa il punto sull’evoluzione del contagio.
Dal 1° luglio 2024 al 20 marzo 2025 sono stati segnalati 45 casi di morbillo, la maggior parte dei quali concentrati tra le province di Taranto e Barletta-Andria-Trani. Un dato che segna una netta inversione di tendenza rispetto alla prima metà dello scorso anno, quando in Puglia si erano registrati appena due casi nei primi sei mesi.
L’incidenza più alta nel Tarantino
Secondo i dati contenuti nella nota firmata da Vito Montanaro, capo dipartimento Salute della Regione, l’80% delle infezioni (pari a 37 casi) si è verificato nella provincia di Taranto. Altri quattro casi si sono registrati nel Barese, mentre i sette della Bat fanno riferimento a un cluster familiare, ovvero a un contagio avvenuto in ambito domestico.
In termini di incidenza, la media pugliese è di circa 9 casi per milione di abitanti, ma nel Tarantino la soglia è cinque volte superiore, mentre nella Bat è una volta e mezzo più alta. Una situazione che preoccupa soprattutto in rapporto al calo delle coperture vaccinali registrato negli ultimi anni.
Le ragioni della recrudescenza
Gli esperti, tra cui il gruppo coordinato dal professor Domenico Martinelli dell’Università di Foggia, stanno studiando la dinamica della diffusione. Il primo focolaio sembrerebbe risalire all’estate scorsa, con un’introduzione “esterna” del virus che avrebbe poi alimentato una catena di contagi. A pesare, secondo gli specialisti, è la diminuzione della copertura vaccinale combinata con la presenza di adulti non immunizzati: quarantenni e cinquantenni che non hanno ricevuto il vaccino né contratto la malattia da bambini.
Il morbillo è una patologia estremamente contagiosa – colpisce il 90% delle persone suscettibili esposte – e può provocare complicanze gravi nel 20-30% dei casi, soprattutto nei bambini sotto i cinque anni. Non a caso il virus è tornato al centro dell’attenzione anche negli Stati Uniti, dove nel 2025 si sono già registrati tre decessi, dopo dieci anni senza vittime.
Vaccini sotto il livello di guardia
La copertura vaccinale in Puglia per il vaccino quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia) è scesa al 90,01% nel 2023, rispetto al 95% considerato il livello ottimale. Un valore che nel 2019 era stato quasi raggiunto, ma che dopo la pandemia si è progressivamente allontanato dalla soglia utile per garantire l’immunità di gregge.
In Italia il vaccino è obbligatorio dal 2017 per i nati dal 2001, con somministrazione della prima dose a 12 mesi e della seconda a 5-6 anni. Una delle possibili contromisure suggerite dalla Regione è proprio l’anticipazione della seconda dose, nei casi in cui non ci siano controindicazioni. Inoltre, il vaccino può essere somministrato anche dopo l’esposizioneal virus per contenere la trasmissione.
Monitoraggio serrato e contact tracing
Nell’alert regionale viene chiesto ai medici di segnalare i casi sospetti entro 12 ore, con inserimento tempestivo nel sistema informativo sanitario. I Servizi di igiene delle Asl dovranno attivare il contact tracing, come già avvenuto durante la pandemia da Covid-19, per risalire alla catena dei contatti e arginare sul nascere eventuali nuovi focolai.
A oggi, sottolineano dalla Regione, non c’è motivo per allarmismi, ma è fondamentale ripristinare l’attenzione sulle vaccinazioni, vera chiave per prevenire una nuova ondata. Un impegno condiviso da istituzioni, medici e cittadini per difendere la salute pubblica e proteggere i più fragili.