Il Tribunale di Velletri ha disposto il sequestro conservativo di tutti i beni mobili, immobili, delle somme di denaro e dei conti correnti intestati al costruttore foggiano Antonio Fratianni, fino a un valore di almeno un milione e mezzo di euro. Una misura cautelare richiesta dagli avvocati Elisabetta Manoni e Alessandro De Federicis, legali delle parti civili Antonello Francavilla e suo figlio quindicenne, vittime del duplice tentato omicidio avvenuto il 2 marzo 2022 a Nettuno.
L’agguato e le accuse
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Fratianni, 59 anni, avrebbe fatto irruzione armato nell’abitazione dove Antonello Francavilla, capo dell’omonimo clan mafioso foggiano Sinesi-Francavilla, genero del boss storico Roberto Sinesi, si trovava agli arresti domiciliari per estorsione. Avrebbe esploso almeno dieci colpi di pistola ferendo gravemente sia il boss che il figlio. Il movente dell’agguato sarebbe legato, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Roma, a un mancato rimborso di circa 600mila euro ricevuti dalla batteria mafiosa per essere reinvestiti.
La Dda contesta a Fratianni l’aggravante mafiosa, sostenendo che l’azione sia stata motivata da contrasti interni al clan Sinesi-Francavilla, nel quale l’imprenditore sarebbe passato dall’essere un semplice prestanome a “collettore di somme di provenienza illecita”. L’imputato, attualmente ai domiciliari con braccialetto elettronico in Basilicata, si proclama innocente e afferma di essere stato vittima di un’estorsione.
Il sequestro dei beni dopo l’allarme vendite
Una prima richiesta di sequestro preventivo era stata rigettata dai giudici, ma i legali della famiglia Francavilla hanno rinnovato l’istanza presentando nuovi elementi. Durante il processo è infatti emerso che Fratianni, dopo l’attentato, avrebbe venduto numerosi immobili. Il pm ha espresso parere favorevole alla nuova richiesta e il collegio giudicante ha riconosciuto il “periculum in mora”: il rischio che, in caso di condanna, l’imputato non sia più in grado di risarcire i danni. La documentazione allegata attesta le proprietà ancora intestate a Fratianni, pur inferiori all’ammontare richiesto.
Il processo e l’ombra della faida
Il processo a carico di Fratianni è iniziato a settembre 2023. Nelle prossime udienze è atteso il suo interrogatorio e, con ogni probabilità, anche quello di Emiliano Francavilla, fratello di Antonello, che la Dda di Roma vuole ascoltare in merito alle dichiarazioni rilasciate nel processo d’appello in corso a Bari. Emiliano, insieme ad altri quattro foggiani, è stato condannato in primo grado per aver pianificato un attentato proprio contro Fratianni, reo di aver sparato al nipote.
La sera del 26 giugno 2022 era tutto pronto per uccidere il costruttore al suo rientro a Foggia. Solo l’intervento tempestivo della squadra mobile impedì un nuovo bagno di sangue. Un mese dopo furono arrestate sei persone con provvedimenti firmati dalla Dda di Bari. Il 21 febbraio scorso, nel corso del processo di secondo grado, Emiliano Francavilla ha ammesso: “Volevo ucciderlo perché ha sparato a mio nipote alla testa”.
Un incrocio di vendette e omertà che svela, ancora una volta, il volto violento e spietato della mafia foggiana.