Il Tar ha rigettato i ricorsi contro le due interdittive antimafia emesse dalla Prefettura a carico di un imprenditore di Mattinata, cugino dei “macchiaioli” D’Ercole, figure di rilievo della mafia garganica, vicini al clan Lombardi-Scirpoli-Raduano, rivale dei montanari Li Bergolis-Miucci.
La sentenza, pubblicata nei giorni scorsi, mette un punto – almeno per ora – su una vicenda complessa: dopo una prima interdittiva, l’uomo aveva ottenuto l’ammissione al controllo giudiziario per due anni, conclusosi positivamente. Ma quasi immediatamente era seguita una seconda interdittiva, anch’essa impugnata dinanzi al Tar. I due ricorsi sono stati riuniti e decisi con una sentenza unica, che ha confermato la legittimità dell’azione prefettizia.
Il tribunale amministrativo ha ritenuto sussistenti “elementi di contesto sufficienti” a giustificare la misura interdittiva, sottolineando la rilevanza dei legami familiari con soggetti inseriti in contesti criminali.

Ma per l’avvocato Michele Sodrio, difensore dell’imprenditore, si tratta di “una decisione ingiusta contro la quale sarà presentato appello al Consiglio di Stato”. “Il mio assistito – ha dichiarato – è una brava persona, un lavoratore serio, un padre di famiglia. L’unica sua ‘colpa’ è quella di avere alcune parentele con persone coinvolte in indagini antimafia. Ma non si può confermare un’interdittiva solo su questa base. È una deriva pericolosa, che punisce le persone per il solo fatto di nascere in certe famiglie”.
Sodrio ha evidenziato come il suo cliente, durante il periodo di controllo giudiziario, avesse dimostrato comportamenti imprenditoriali corretti, tanto che la misura fu chiusa con esito favorevole. “Riteniamo che il Consiglio di Stato saprà valutare in modo più equilibrato questa situazione, altrimenti rischiamo di alimentare un clima di sospetto permanente in territori già difficili”, ha concluso il legale.
L’uomo, benché incensurato, resta dunque escluso dai rapporti con la pubblica amministrazione e dalle certificazioni antimafia, in attesa del secondo grado di giudizio.