In Puglia esplode la rabbia di migliaia di famiglie dopo la decisione della Regione di aumentare la compartecipazione economica per i ricoveri nelle Residenze sanitarie assistenziali. La delibera di giunta regionale 659/2023 ha infatti innalzato dal 30 al 50% la quota a carico dei familiari per i pazienti non autosufficienti affetti da Alzheimer e demenza senile.
Il risultato è un rincaro shock delle rette mensili, che passano da circa 900 a oltre 1.500 euro. Una cifra insostenibile per molti nuclei familiari, che si sono visti recapitare anche raccomandate e decreti ingiuntivi da parte delle strutture, con richieste di pagamento retroattive. Alcuni importi, inoltre, non sono neppure detraibili, perché riferiti a vitto e alloggio.
Sindacati uniti contro la delibera regionale
La mobilitazione è partita subito da Cgil, Spi Cgil, Cisl, Fnp Cisl, Uil e Uil Pensionati, che in una nota congiunta hanno espresso “forte preoccupazione” per l’aggravio a carico delle famiglie. “Questa scelta pregiudica il diritto alla salute di pazienti fragili e vulnerabili”, si legge nel comunicato.
Secondo le sigle sindacali, la delibera “non solo contrasta con la normativa vigente, ma penalizza ulteriormente le famiglie”, ricordando che la Corte di Cassazione ha stabilito che le prestazioni sanitarie per malati di Alzheimer devono essere integralmente coperte dal Servizio Sanitario Nazionale, se inscindibilmente legate all’aspetto sanitario.
I sindacati chiedono un incontro urgente con l’assessorato alla Sanità e il Dipartimento Salute per istituire un tavolo permanente sulla non autosufficienza. In particolare, rivendicano la sospensione della retroattività dei pagamenti e la messa in diffida delle strutture che stanno avanzando queste richieste.
Perrini (FdI): “Così si colpiscono le famiglie. Pronto a interloquire con il governo”
Il consigliere regionale e capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, ha definito la situazione “inaccettabile” e ha chiesto audizioni urgenti in terza commissione. “Molte famiglie sono state colpite da richieste economiche impossibili da sostenere”, ha denunciato. “È evidente che serva un intervento anche a livello nazionale. Da parte mia – ha concluso – massima disponibilità a rappresentare la questione presso il governo”.
Il M5S: “Va cambiato il modello di assistenza”
Sulla questione è intervenuto anche il Movimento 5 Stelle, con i consiglieri regionali Marco Galante, Rosa Barone e Grazia Di Bari, che propongono un cambio di paradigma: “Bisogna rafforzare l’assistenza domiciliare e rivedere l’intero modello per le patologie croniche degenerative”.
I pentastellati hanno chiesto anche un aumento dei controlli sulle Rsa accreditate, dopo aver raccolto segnalazioni da parte di associazioni dei familiari sulle criticità e i decreti ingiuntivi ricevuti. “Abbiamo ottenuto l’istituzione di un tavolo permanente regionale sull’Alzheimer – hanno aggiunto – ma è essenziale che si discuta anche del potenziamento dell’assistenza sociosanitaria oltre che delle tariffe”.
La battaglia continua
L’intera vicenda, come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, ha messo in allarme sia le famiglie coinvolte che il mondo sindacale e politico. Mentre si attende una risposta concreta dalla Regione, resta l’urgenza di affrontare un’emergenza che, oltre all’aspetto economico, tocca la dignità e la salute di migliaia di pazienti e dei loro cari.