La Fiom Cgil dice no all’ipotesi che Leonardo stringa, entro la fine del 2025, una partnership con il fondo governativo saudita PIF per la divisione Aerostrutture. Il sindacato contesta la natura dell’operazione, definendola una scelta puramente finanziaria, che rischia di compromettere la stabilità produttiva e occupazionale degli stabilimenti del Sud Italia, tra cui quello di Foggia.
“Questa non è una strategia di rilancio – attacca la Fiom – ma una manovra finanziaria per sanare i debiti della divisione, con il rischio concreto di cedere know-how e tecnologie a un fondo estero. Si avvierebbe così un graduale processo di delocalizzazione, partendo dalle attività a basso valore aggiunto”.
Il sindacato contesta anche il metodo con cui la società, partecipata dallo Stato, starebbe portando avanti la trattativa, escludendo il confronto con le organizzazioni sindacali e con le istituzioni locali e regionali. “Un’azienda strategica per il Paese non può essere gestita come se fosse una società privata, senza un coinvolgimento degli attori del territorio” denuncia la Fiom.
La richiesta è chiara: l’intervento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, affinché venga attivato un piano nazionale per l’aerospazio, che orienti le politiche industriali del settore senza cessioni a investitori stranieri. “Altri Paesi europei hanno già fatto scelte strategiche in questo senso, mentre qui si parla solo di svendita” conclude il sindacato.
La divisione Aerostrutture di Leonardo si occupa della costruzione di componenti per aerei civili e conta quattro stabilimenti nel Sud Italia, situati a Foggia, Grottaglie, Nola e Pomigliano d’Arco.