Per la prima volta nella sua storia economica, la Puglia ha registrato un tasso di disoccupazione sotto il 10%, attestandosi al 9,3% nel 2024. Un risultato che segna un percorso di crescita costante e che viene confermato dai dati Istat riportati da La Gazzetta del Mezzogiorno. In numeri assoluti, gli occupati nella regione sono 1.304.000, il livello più alto dal 2018, con un aumento significativo soprattutto nel settore terziario.
Il tasso di occupazione – il rapporto tra gli occupati e la popolazione di riferimento – è salito al 51,2%, ancora al di sotto della media nazionale del 62,2%, ma in miglioramento rispetto agli anni precedenti. La maggior parte dei lavoratori pugliesi è impiegata con contratti da dipendente (983mila), mentre il settore industriale e quello commerciale si attestano su numeri quasi equivalenti (203mila e 193mila lavoratori rispettivamente).
Emiliano: “Un risultato che ci spinge a fare di più”
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha espresso soddisfazione per il dato positivo: “Questi numeri attestano un miglioramento che ci incoraggia a lavorare ancora di più per rendere la Puglia sempre più attrattiva. Stiamo costruendo un polo nazionale di innovazione per offrire opportunità ai giovani, trattenere i talenti e consolidare il nostro sistema produttivo”.
Dello stesso avviso Alessandro Delli Noci, assessore regionale allo Sviluppo economico, che ha sottolineato come il risultato sia frutto delle politiche di incentivazione messe in campo negli ultimi anni: “Gli strumenti agevolativi regionali come i Contratti di Programma, Pia, Nidi e TecnoNidi hanno favorito investimenti per 8,4 miliardi nella programmazione 2014-2020, generando oltre 41mila nuovi posti di lavoro. Ora la nuova programmazione 2021-2027 ha già prodotto più di 3.500 nuove unità occupazionali”.
Donne ancora penalizzate: il divario di genere resta alto
Nonostante i segnali positivi, i dati evidenziano una forte disparità di genere nel mondo del lavoro. In Puglia, gli uomini occupati sono 828mila, quasi il doppio delle donne (476mila). Il tasso di occupazione femminile è solo del 37,6%, ben al di sotto della media nazionale (53,3%) e di quella maschile pugliese (64,9%).
Secondo Aurora Vimercati, professoressa di Diritto del lavoro all’Università di Bari, la causa principale è culturale: “Questo fenomeno richiede un’analisi approfondita e un confronto tra istituzioni e società civile per delineare nuove politiche e risposte concrete”.
Se da un lato la Puglia raggiunge traguardi storici in termini di occupazione, dall’altro il divario di genere rimane un ostacolo da affrontare con urgenza, per garantire pari opportunità nel mondo del lavoro e una crescita davvero inclusiva.