Cresce la preoccupazione a San Severo per la possibile chiusura del Reparto Prevenzione Crimine della Puglia Settentrionale, un presidio strategico nella lotta alla criminalità organizzata. L’allarme è stato lanciato da Carlo Grasso, Segretario Provinciale dell’Organizzazione Sindacale ADP (Autonomi di Polizia), che ha inviato una nota ufficiale al sindaco Lidya Colangelo, chiedendo un intervento immediato per scongiurare la chiusura del reparto.
Un presidio di sicurezza fondamentale per il territorio
Istituito nel 2018, il Reparto Prevenzione Crimine di San Severo si è rivelato un elemento cardine nella strategia di contrasto alla criminalità nella Capitanata, portando risultati significativi in termini di controlli, perquisizioni e arresti. Il suo operato ha guadagnato tale riconoscimento da essere preso come modello dalla Direzione Anti Crimine (DAC) di Roma, dando vita al cosiddetto “Modello San Severo”, un punto di riferimento per altri reparti simili in Italia.
La chiusura di questa struttura, secondo Grasso, comporterebbe il trasferimento in massa degli agenti attualmente in servizio, lasciando il Commissariato di Pubblica Sicurezza di San Severo con un numero ridotto di unità, rendendo di fatto il territorio più vulnerabile e meno presidiato.
Preoccupazioni e richieste di intervento
Il sindacato sottolinea come la decisione di chiudere il Reparto non trovi giustificazioni economiche. La sede operativa, infatti, è stata concessa a titolo gratuito dall’amministrazione comunale e, grazie a fondi statali già stanziati, è in corso la realizzazione della “Cittadella della Polizia”, un progetto che prevede la creazione di un polo di sicurezza con Commissariato, Polizia Stradale e Reparto Prevenzione Crimine.
Alla luce di queste criticità, Grasso ha chiesto un intervento urgente del sindaco e delle istituzioni politiche affinché si trovi una soluzione che possa garantire la permanenza del Reparto a San Severo. Il rischio, in caso di chiusura, è quello di lasciare un territorio già fragile esposto a una recrudescenza dell’attività criminale, con meno controlli e minori possibilità di prevenzione e repressione dei reati.
L’appello del sindacato è ora nelle mani delle istituzioni locali, chiamate a difendere la presenza di un presidio ritenuto essenziale per la sicurezza della comunità.