Il ritorno dei dazi USA sul Made in Italy rischia di trasformarsi in una vera e propria stangata da 2 miliardi di euro per i consumatori americani e per l’export agroalimentare italiano. La minaccia arriva dall’ex presidente Donald Trump, che in caso di rielezione ha già annunciato l’intenzione di imporre tariffe aggiuntive del 25% sulle merci europee, proprio mentre dalla Puglia partono oltre 50mila chilogrammi di prodotti alimentari diretti negli Stati Uniti.
A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, che sulla base dei dati Istat evidenzia il forte impatto che i dazi potrebbero avere su prodotti simbolo del Made in Italy, tra cui vino, olio extravergine, pasta e ortaggi conservati.
Le esportazioni pugliesi sotto tiro
Il mercato statunitense è una destinazione chiave per molte eccellenze agroalimentari pugliesi. Il vino della regione rappresenta il 7% delle vendite all’estero, mentre l’olio extravergine di oliva, grazie a una costante crescita negli ultimi anni, ha saputo ritagliarsi uno spazio importante sulle tavole americane.
Se i dazi dovessero colpire l’intero settore agroalimentare, l’impatto economico sarebbe devastante, frenando la crescita delle esportazioni e rendendo meno competitivi i prodotti italiani. Secondo Coldiretti, l’esperienza della prima presidenza Trump dimostra quanto queste misure possano danneggiare il commercio internazionale: tra il 2019 e il 2020, i dazi imposti dagli Stati Uniti su alcuni prodotti italiani causarono un crollo del 15% per la frutta, del 19% per i formaggi e le confetture, del 20% per i liquori e addirittura del 28% per le carni e i prodotti ittici lavorati.
Anche il vino, pur non essendo inizialmente colpito dai dazi, subì una battuta d’arresto del 6%, segnale di quanto le misure protezionistiche possano incidere anche in modo indiretto sulle vendite.
Un mercato strategico per il Made in Italy
Negli ultimi anni, l’agroalimentare italiano ha registrato negli Stati Uniti una crescita del 17%, a fronte di un calo del 3,6% delle esportazioni generali. Il cibo italiano si conferma quindi un asset strategico per l’economia nazionale e un settore particolarmente apprezzato dai consumatori americani.
Un’eventuale guerra commerciale con gli USA preoccuperebbe non solo gli imprenditori italiani, ma anche i consumatori americani, che si troverebbero a pagare prezzi più alti per prodotti di qualità.
Le contromosse dell’Europa
Resta da capire quale sarebbe la risposta dell’Unione Europea a un eventuale giro di vite sui dazi USA. La prima presidenza Trump aveva già portato a una reazione da parte di Bruxelles, che decise di applicare tariffe aggiuntive del 25% su una serie di prodotti agroalimentari simbolo del Made in USA, tra cui ketchup, cheddar, noccioline, patate americane, salmone, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi e liquori come vodka e rum.
Coldiretti: “Serve un’azione diplomatica”
Per Coldiretti, è fondamentale agire subito per scongiurare una nuova guerra commerciale che potrebbe penalizzare l’intero settore agroalimentare europeo e statunitense. L’associazione degli agricoltori chiede quindi che siano messe in campo tutte le azioni diplomatiche necessarie per evitare che la politica protezionista statunitense si traduca in un danno economico enorme per produttori e consumatori.
L’export pugliese è un fiore all’occhiello dell’economia regionale e l’eventualità di nuove barriere commerciali con gli Stati Uniti rappresenterebbe un duro colpo per molte aziende del territorio, già alle prese con le difficoltà del settore agricolo.