Un segno di luce e speranza per chi vive il difficile percorso della detenzione. Giovedì 27 febbraio, presso la Casa Circondariale di San Severo, si è svolta una celebrazione eucaristica giubilare presieduta dal vescovo Giuseppe Mengoli. Un momento di raccoglimento e di forte valore simbolico, che ha visto la partecipazione delle persone ristrette, del cappellano don Andrea Pupilla, della direttrice dell’istituto Patrizia Andrianello, del comandante della polizia penitenziaria Attilio Montanaro, dei funzionari pedagogici, degli agenti, del personale amministrativo e di alcuni volontari.
La “lampada della speranza”, simbolo di luce e misericordia
Cuore della celebrazione è stata l’accoglienza della “lampada della speranza”, benedetta il 9 gennaio scorso nella Basilica di San Pietro. Un simbolo che accompagnerà l’intero Anno Santo, rimanendo collocato nella cappella del carcere come segno tangibile della misericordia e della fiducia cristiana.
Nel corso della funzione, la lampada è stata accesa e passata di mano in mano tra i presenti, in un gesto che ha rappresentato il valore della condivisione della speranza, perché – come ha sottolineato il vescovo Mengoli – “la speranza cristiana non delude e non può essere vissuta da soli”.
Un segnale per la comunità esterna
La celebrazione ha offerto anche un momento di riflessione sul ruolo della comunità esterna. La luce della lampada, infatti, è stata indicata come un segno di provocazione per la società, affinché non resti prigioniera del giudizio e della condanna, ma sappia favorire il recupero e il reinserimento di chi ha commesso errori.
“Nella loro pena, i detenuti devono essere confortati dalla fiducia e dalla possibilità di un cammino di crescita umana e spirituale”, è stato il messaggio trasmesso nel corso della celebrazione.
Un’iniziativa dal forte valore simbolico, che rinnova l’impegno della Chiesa di San Severo a stare accanto ai detenuti, offrendo loro una luce che possa illuminare il cammino della speranza e del riscatto.