“Mi parlò di tangenti, mi disse di aver intascato una mazzetta da 4-5mila euro per il rinnovo della convenzione urbanistica che interessava il costruttore Paolo Tonti“. È quanto ha dichiarato ieri in aula Pippo Cavaliere, ingegnere ed ex candidato sindaco del centrosinistra, testimoniando nel processo sulle presunte tangenti al Comune di Foggia, che vede alla sbarra 14 imputati, tra cui l’ex sindaco Franco Landella e l’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino.
L’incontro a casa di Iaccarino
Cavaliere ha ripercorso davanti ai giudici il suo incontro con Iaccarino, avvenuto ai primi di gennaio 2021, quando si recò a casa sua per convincerlo a dimettersi dopo la diffusione del video che lo mostrava sparare in aria con una pistola giocattolo durante i festeggiamenti di Capodanno. Un episodio che aveva suscitato scalpore e indignazione.
“Gli dissi che, se non si fosse dimesso, rischiava la sfiducia in consiglio comunale” ha raccontato il testimone. Ma Iaccarino non ne voleva sapere, si lamentava del sindaco Landella, accusandolo di metterlo contro l’opinione pubblica. Poi il discorso si spostò su un presunto sistema di corruzione all’interno del Comune. “Mi confidò – ha aggiunto Cavaliere – che per rinnovare la convenzione urbanistica legata a Tonti aveva intascato una tangente di 4-5mila euro, e che la stessa cifra era stata data anche ad altri consiglieri, senza però fare nomi”.
Cavaliere ha spiegato di non aver denunciato il fatto perché non aveva prove concrete, solo la parola di Iaccarino, il quale in quel periodo era intercettato dalla procura. Il colloquio venne captato dagli investigatori, che successivamente interrogarono Cavaliere come persona informata sui fatti.
Il “caso Tonti” e le accuse di tangenti
Il presunto pagamento di tangenti per la convenzione urbanistica è uno dei 19 capi d’imputazione contestati dalla procura ai 14 imputati. Secondo l’accusa, Paolo Tonti avrebbe versato almeno 32mila euro per ottenere l’approvazione della convenzione in consiglio comunale nel luglio 2020. Quei soldi, secondo la ricostruzione investigativa, sarebbero stati spartiti tra Landella, Iaccarino e gli ex consiglieri Dario Iacovangelo e Antonio Capotosto, i quali hanno sempre respinto ogni addebito.
La testimonianza di Maniero
In aula ha deposto anche Giuseppe Mainiero, ex consigliere comunale di centrodestra e candidato sindaco nel 2023, altro testimone citato dall’accusa. Ha ribadito quanto dichiarato in procura il 9 giugno 2021, quando riferì il contenuto di un post pubblicato sulla sua pagina Facebook.
Un suo conoscente, dirigente di una cooperativa edilizia, gli avrebbe confidato che Landella gli aveva fatto capire che, per risolvere alcune questioni urbanistiche (non legate al caso Tonti), bisognava “discutere i parametri”. Alla richiesta di spiegazioni, il conoscente chiarì che si trattava di tangenti, senza però specificare l’entità della somma richiesta. Mainiero gli consigliò di denunciare tutto.
La difesa di Landella
Al termine dell’udienza, i legali dell’ex sindaco hanno commentato le dichiarazioni dei testimoni. “Dagli interrogatori di oggi è emerso che Iaccarino non fece alcun nome all’ingegner Cavaliere sui presunti destinatari della tangente per il caso Tonti, se non il proprio. Si conferma quindi il rancore di Iaccarino verso Landella, che riteniamo sia alla base delle sue accuse. Quanto alla deposizione di Mainiero, ha riferito di una vicenda che neanche è oggetto di contestazione in questo processo”. Il dibattimento proseguirà il 19 marzo, quando verranno ascoltati altri quattro testimoni dell’accusa.