Coccarde tricolori sulle toghe, la Costituzione alzata al cielo durante l’esecuzione dell’inno nazionale e cartelli che riportano una celebre frase di Pietro Calamandrei: “In questa Costituzione (…) c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa (…) non è una carta morta (…), è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità (…) lì è nata la Costituzione”. Con questa manifestazione simbolica, i magistrati del distretto della Corte d’Appello di Bari hanno dato il via a una protesta contro la riforma della giustizia, proprio durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, in corso nell’aula magna del palazzo di giustizia di piazza Enrico De Nicola.
Antonella Cafagna, presidente della giunta esecutiva dell’Anm di Bari, ha spiegato le ragioni della contestazione: “Questa riforma intacca l’equilibrio tra poteri a discapito del controllo di legalità e ha lo scopo di minare le garanzie dei cittadini. Oggi chiediamo un confronto e chiediamo di essere ascoltati perché sul disegno di riforma possa esserci un dialogo col Governo”.
“La riforma punta a ridurre le indagini sgradite alla politica”
Il segretario dell’Anm, Salvatore Casciaro, ha lanciato un monito contro il progetto di riforma proposto dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “Il ministro parla di pm superpotenti, che avrebbero un potere senza eguali nell’Ue. Ma propone una riforma che rende il pm ancora più potente e autoreferenziale, creando un Csm ritagliato su misura per lui. Questo porterà a un controllo politico della magistratura, con il vero obiettivo di ridurre le indagini sgradite alla politica”.
Casciaro ha inoltre denunciato una crescente delegittimazione della magistratura: “Si fanno generalizzazioni improprie gettando discredito sui magistrati, forse in vista di una campagna referendaria che rischia di trasformarsi in un giudizio populista sulla magistratura stessa, anziché sul merito delle riforme”.
Il procuratore di Bari: “La politica vuole controllare la magistratura”
Durante la cerimonia, il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ha ribadito le preoccupazioni della categoria: “Non c’è dubbio che la politica, con questa riforma, voglia indebolire la magistratura per controllarla. Stiamo cercando di far comprendere che queste modifiche costituzionali sono contro i cittadini e la democrazia”.
Rossi ha difeso il lavoro dei magistrati, accusati dal ministro Nordio di “moltiplicare i fascicoli”. “Lo facciamo per tutelare i cittadini dalla criminalità organizzata. Lavoriamo giorno e notte per impedire che la mafia domini i territori o che funzionari e imprenditori disonesti sottraggano risorse pubbliche. Come dico sempre: lasciateci lavorare”.
L’inaugurazione dell’anno giudiziario, dunque, si è trasformata in un’occasione per accendere i riflettori su una riforma che i magistrati considerano un attacco all’indipendenza della giustizia e alle garanzie costituzionali.
Magistrati Bari fuori dall’aula, Sisto: “Si viene meno al confronto”
“Allontanarsi e non ascoltare” crea un “difetto di contraddittorio”: “si viene meno al confronto, alla collaborazione con le istituzioni”. Lo ha detto a Bari il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, commentando l’uscita dall’aula dei magistrati del distretto di Bari-Bat e Foggia, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. I magistrati, uniti con l’Associazione Nazionale Magistrati, sono usciti dall’aula non appena è stato annunciato l’intervento del viceministro Sisto, in segno di protesta rispetto alla riforma della giustizia.