Nel corso del processo sulle presunte tangenti al Comune di Foggia, che vede coinvolti 14 imputati, tra cui l’ex sindaco Franco Landella, l’onorevole Giandonato La Salandra, ex segretario provinciale di Fratelli d’Italia, è stato ascoltato come testimone in un lungo interrogatorio di oltre 100 pagine. L’audizione si è concentrata sulle vicende legate all’approvazione della convenzione urbanistica votata nel luglio 2020, cui era interessata la società edile Coer, dell’imprenditore Paolo Tonti.
La “generosità” dell’imprenditore e le riunioni preconsiliari
Durante l’interrogatorio, La Salandra ha raccontato le riunioni preconsiliari in cui si discusse della concessione. L’onorevole ha riferito che Landella e altri esponenti della coalizione di centrodestra la considerarono una questione di interesse pubblico, mentre altri paventarono possibili rilievi da parte della Corte dei Conti.
La Salandra ha ricordato come in una di queste riunioni emerse la definizione di Tonti come “un imprenditore generoso”, un termine che in politica, secondo il testimone, può assumere diversi significati: “Magari dà un contributo o sistema un amico con qualche lavoro”, ha spiegato.
Le accuse di tangenti e i messaggi sospetti
Il deputato ha dichiarato di aver appreso nel 2021, dopo le sue dimissioni da segretario provinciale, voci su presunte tangenti legate alla concessione. Un avvocato a lui vicino gli avrebbe parlato di somme di denaro coinvolte, mostrandogli un messaggio Whatsapp, non di sua paternità, che riportava un elenco di consiglieri comunali e cifre, lasciando intendere un sistema di accordi corruttivi.
La procura, basandosi sulle dichiarazioni dell’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino, sostiene che Tonti abbia pagato almeno 32mila euro, spartiti tra Landella, Iaccarino e gli ex consiglieri Dario Iacovangelo e Antonio Capotosto, che respingono le accuse.
Rapporti tesi tra Landella e Iaccarino
Un’altra parte dell’interrogatorio si è concentrata sui rapporti tra Landella e Iaccarino, definiti da La Salandra come “assolutamente difficili” nel 2020. Secondo il testimone, l’ex sindaco avrebbe chiesto ai partiti della coalizione di sfiduciare Iaccarino, accusandolo di offendere l’amministrazione e di minare la coesione interna.
Iaccarino, che nel processo è accusatore e imputato, avrebbe inveito pesantemente contro Landella, aggravando i dissapori già esistenti. La Salandra ha precisato che la nomina di Iaccarino a presidente del consiglio comunale fu frutto di un accordo politico che Landella accettò controvoglia.
Le prossime fasi del processo
Il processo prosegue con un quadro complesso in cui emergono dettagli su presunti accordi corruttivi, dissapori politici e strategie difensive. Le testimonianze continuano a delineare uno scenario controverso che intreccia politica e interessi privati, lasciando agli inquirenti il compito di fare piena luce su una vicenda che ha scosso profondamente la comunità foggiana.
Gli imputati
Sono 14 gli imputati coinvolti nel processo in corso presso il Tribunale di Foggia dal marzo 2023. Tra loro figurano l’ex sindaco Franco Landella, la moglie Iolanda Daniela Di Donna (funzionario comunale), l’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino, la sorella Donatella Iaccarino, gli ex consiglieri Dario Iacovangelo e Antonio Capotosto, gli imprenditori Paolo Tonti e Francesco Landini, l’ex dipendente comunale Giuseppe Melfi, i titolari di un negozio di ferramenta Giuseppe e Rosario Casparrini, il procacciatore d’affari Michele De Carlo, Giada Pirazzini e la società edile “Coer” di Tonti.
Le accuse, che spaziano dalla corruzione al peculato, vedono tutti gli imputati proclamarsi innocenti, ad eccezione di Leonardo Iaccarino, che ha confessato il coinvolgimento in una delle presunte tangenti.