La Procura di Foggia dà battaglia nel processo “Giù le mani”. I pm Galli e Mongelli hanno depositato tutte le sentenze e gli atti amministrativi che hanno riguardato il ristorante “Guarda che Luna”. L’obiettivo sarebbe anche quello di dimostrare che, dopo le soccombenze per le vie giudiziarie, i titolari avrebbero tentato la strada della politica per evitare lo smontaggio del ristorante dal lungomare di Manfredonia.
Tuttavia, le difese non si sono opposte a questa documentazione, ma hanno in serbo delle contromosse dettate dal fatto che la maggior parte degli atti amministrativi del “Guarda che Luna” sono stati compilati dall’ex dirigente comunale Antonicelli, da qualche settimana sotto l’occhio del ciclone per la vicenda Amiu a Foggia.
Altro filone della battaglia giudiziaria sarà rappresentato dalla intercettazioni poiché non vi sarebbe concordanza tra accusa e difesa sulla genuinità delle trascrizioni.
Intanto, la difesa dell’ex sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, accusato di corruzione elettorale, ha depositato un’articolata memoria allo scopo di scongiurare un rinvio a giudizio che sarebbe nefasto per l’imprenditore edile, anche alla luce del recente avvio, da parte della Prefettura di Foggia, di una procedura che potrebbe portare all’interdittiva antimafia e stroncare le sue velleità di candidatura alle Regionali.
Le accuse
Prossima udienza di “Giù le mani” a gennaio quando si deciderà sui rinvii a giudizio. Rischiano il processo, Gianni Rotice, suo fratello Michele detto “Lino”, Michele e Raffaele Fatone, padre e figlio detti “Racastill”, Michele Romito, Angelo Salvemini, Giuliana Galantino, Grazia Romito (sorella di Michele) e Luigi Rotolo.
I Rotice sono accusati di corruzione elettorale, avrebbero chiesto voti a Michele Romito con la promessa di salvaguardare il ristorante “Guarda che Luna”.
Sui Fatone incombono numerose accuse, tutte riguardanti il predominio acquisito dai “Racastill” nell’azienda municipalizzata dei rifiuti “Ase” dove avrebbero aggredito e picchiato colleghi, sfruttato mezzi e oggetti della ditta e minacciato un manager. Nel frattempo, Michele Fatone è andato in pensione, suo figlio è stato licenziato. In mezzo anche una causa persa contro l’Immediato che aveva anticipato fatti e circostanze nel 2022.
Michele Romito e l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Angelo Salvemini avrebbero fatto pressione sull’apparato amministrativo e politico di Manfredonia per evitare lo smontaggio del “Guarda che Luna”.
Grazia Romito, Rotolo e Salvemini avrebbero indotto in errore la tecnostruttura del Comune di Manfredonia per svolgere un servizio di attività funebre nonostante l’interdittiva antimafia a carico della Romito.
Infine, Galantino che, all’epoca segretaria comunale, avrebbe accettato la promessa di utilità da parte di Salvemini risolvendo il conflitto di competenza tra V e VI settore del Comune di Manfredonia sollevato dalla “Bar Centrale sas” (titolare del Guarda che Luna) in senso favorevole alle prospettazioni dell’ex assessore. In cambio Salvemini avrebbe redatto gratuitamente, in virtù della sua professione di avvocato, un esposto utile alla Galantino.