“È interesse di tutta la comunità sistemare l’area di Borgo Mezzanone che non può andare avanti così all’infinito”. Queste le prime parole alla stampa del salernitano Paolo Grieco, nuovo prefetto di Foggia, giunto in città dopo aver ricoperto lo stesso incarico a Vibo Valentia. Oggi la sua presentazione davanti alle telecamere. Immancabile un passaggio sulle interdittive antimafia, strumento che in questi anni ha colpito numerose aziende infiltrate dai clan: “Lavoriamo per fare in modo che le imprese lavorino in serenità. Non spariamo su nessuno ma facciamo in modo che non ci sia concorrenza sleale. Gli imprenditori devono lavorare onestamente. Non posso dire se farò interdittive a tutto spiano o meno. Lavoreremo analizzando le carte“.
Poi un commento sullo scioglimento dei Comuni per mafia, ben sei nel Foggiano dal 2015 ad oggi: “Il mio approccio è senza pregiudizi, valuterò le situazioni caso per caso come ho già fatto a Vibo Valentia. Mi baserò sempre sul monitoraggio della Squadra Stato. Nel Vibonese ho sciolto quattro Comuni e un’azienda sanitaria, le ‘ndrine sono molto forti e in alcuni casi nemmeno la gestione commissariale è servita a risanare gli enti”.
Venendo alle questioni della quotidianità, Grieco si è soffermato sul degrado urbano. “La quotidianità ci interessa molto. Ad esempio ho già sentito parlare in questi giorni del problema dell’illuminazione pubblica. Dobbiamo dare una maggiore percezione di sicurezza anche attraverso strade meno buie”. Altra problematica quella della carenza di organici nelle forze di polizia: “Se ci saranno spazi per integrarli ben venga, ma il nostro lavoro è utilizzare al meglio le risorse già presenti. Dove è possibile ci sarà l’intensificazione dei controlli e dei presidi del territorio, chiedendo anche l’apporto della polizia locale. Dobbiamo lavorare il più possibile con gli enti comunali”.
Infine, un’altra dichiarazione sulla lotta alla mafia che nel Foggiano ha subìto colpi notevoli, ma resta sempre molto insidiosa: “Conosco la situazione geocriminale del sud. In Calabria, ad esempio, c’è una struttura piramidale delle organizzazioni mafiose ben nota. Qui nel Foggiano la situazione non è altrettanto chiara e definita. Forse esistono ancora conflitti tra gruppi diversi e per questo la nostra attività potrebbe essere anche più difficile“.
In una lettera consegnata ai giornalisti ha invece scritto: “Ho piena consapevolezza delle significative e rilevanti responsabilità cui sono atteso giungendo in questa provincia per quanto concerne la gestione delle problematiche di ordine e sicurezza pubblica, in considerazione della pervasiva presenza di radicate organizzazioni criminali la cui penetrante attività illegale insidia fortemente il tessuto sociale ed economico, rischiando di comprometterne le potenzialità di sviluppo. Ciò per me costituirà uno stimolo per operare con spirito di dedizione e con assoluta determinazione, nell’assolvimento delle mie competenze finalizzate a garantire il perseguimento del bene comune, l’ordinata convivenza civile, il profondo rispetto della legalità, la leale collaborazione istituzionale tra i diversi livelli di governo, il contrasto ad ogni forma di criminalità, potendo contare su rapporti già proficuamente sperimentati e consolidati da chi mi ha preceduto con i rappresentanti della Squadra Stato”.