“Si può perdere consenso elettorale, mi assumo questa responsabilità, lo faccio perché voglio il bene della città. Va bene anche la critica strumentale, ma quando viene fatta senza informazioni occorre spiegare”. In un video l’assessora all’Ambiente e vicesindaca Lucia Aprile ha illustrato le ragioni degli abbattimenti in Piazza Filippo Corridoni, meglio conosciuta come Piazza Sant’Eligio, e in Via Gramsci.
La prima, oggetto di un finanziamento PinQua ottenuto con l’amministrazione di Franco Landella di 1,1 milioni di euro che intende riqualificare Borgo Croci e riportare nello skyline del Cappellone delle Croci l’antico Tratturo regio, è stata totalmente sventrata dei suoi 52 alberi, che da anni adornavano la piazza ed erano motivo di refrigerio per anziani e ragazzi. Per mesi l’amministrazione Episcopo, per stessa ammissione di qualche suo esponente di Giunta alla comunità, ha tenuto fermi i lavori per tentare di evitare gli abbattimenti, previsti da chi aveva vinto il bando. Nel progetto era prevista sin dall’inizio la spianata, che rende la piazza simile a tanti luoghi della Murgia e del nord barese e che “libera” le architetture rendendole visibili. Non solo il Cappellone, ma soprattutto il complesso della parrocchia di Sant’Anna.
Poi, con l’intervento del super assessore Pino Galasso, si era deciso per l’abbattimento di 32 alberi su 52, come dichiarato da Aprile ai microfoni de l’Immediato.
Ma neppure gli ultimi 10 rimasti sono stati risparmiati dalle ruspe. Pare non fossero sani. Almeno secondo gli esperti periti, chiamati, per le prove di trazione. “Ne rimanevano 8 o 10 che potevano essere salvati nell’arco tra di 12 mesi. Questa amministrazione ha deciso di abbatterli tutti. Dovendo la piazza rifare ci immaginiamo una nuova visione, preservando le funzioni degli alberi e del verde urbano, che sono il mantenimento dell’ombreggiatura, il trattenimento e il filtraggio della CO2 e il decoro del luogo. Per potature sbagliate i 10 pini presentavano chiome poco folte. Ci sarà una compensazione di alberi a grande fusto”, ha detto nel video.
L’amministratrice del M5S che ha l’Ambiente tra le sue 5 stelle ha parlato anche di Via Gramsci, dove per far posto all’ennesima pista ciclabile con cordoli, si stanno abbattendo alberi.
“In Via Gramsci ci sono 122 alberature, si sta agendo al rifacimento dei marciapiedi e alla pista, 16 alberi andranno in abbattimento, 15 perché secchi e 1 perché va in contrasto con la pista. Questi 16 abbattimenti saranno compensati dalla piantumazione di nuovi alberi”.
Sul tema si sono espresse con una lunga nota le associazioni di Patto Verde, che comprendono CICLOAMICI FOGGIA, CAI FOGGIA
CONALPA FOGGIA, CSN ONLUS/PRO-NATURA FOGGIA, FAI FOGGIA – Delegazione Ambiente FARE AMBIENTE FOGGIA, KONSUMER ITALIA, LA SOCIETÀ’ CIVILE FOGGIA, LIPU CAPITANATA e WWF FOGGIA.
Gli alberi non sono oggetti, rilevano.
Ecco cosa scrivono.
Il Forum Patto Verde (FPV), che include numerose associazioni foggiane, intende ribadire con forza un concetto fondamentale: “gli alberi non sono oggetti”. Questo messaggio semplice ma potente richiama l’attenzione sulla necessità di cambiare prospettiva e sensibilità nel rapporto con il verde urbano e con tutti gli alberi che arricchiscono e sostengono il nostro ambiente.
Gli alberi non sono solo elementi decorativi o risorse da sfruttare. Sono esseri viventi dotati di una complessità biologica straordinaria, capaci di interazioni ecologiche con il suolo, l’acqua, l’aria e le altre specie, anche in contesti urbani. Attraverso la fotosintesi, essi immagazzinano anidride carbonica, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici, e rilasciano ossigeno, indispensabile per la nostra vita. Offrono rifugio e nutrimento alla fauna, migliorano la qualità dell’aria, riducono l’inquinamento acustico e regolano le temperature nei centri urbani.
Gli alberi, inoltre, rappresentano una memoria vivente, testimoniando la storia e l’identità dei luoghi in cui si trovano. Spesso maestosi, essi custodiscono storie di comunità, di generazioni, di cambiamenti del territorio, i cittadini si identificano e si riconoscono in quegli alberi con cui sono cresciuti insieme nel quartiere e nelle vie della Città. Il loro abbattimento indiscriminato, o la scarsa considerazione verso il loro stato di salute (a causa dell’assenza di manutenzione o di manutenzione “casereccia”, che viene dal passato ma non può continuare all’infinito), non solo impoverisce l’ambiente ma priva la collettività di un patrimonio culturale e naturale insostituibile.
Il FPV lancia quindi un appello a istituzioni, cittadini, e a chiunque abbia a cuore la tutela della natura: “il finanziamento pubblico non deve essere il fine ma bensì il punto di arrivo”. Non condividiamo l’abbattimento di 52 alberi in Piazza Sant’Eligio (inizialmente, ci era stato comunicato che solo 26 alberi al massimo erano a rischio di abbattimento). Solo pianificando e progettando con una visione degna del 2024 si può creare una Foggia migliore; l’abbattimento di un albero dovrebbe essere l’ultima drastica decisione rispetto a un approccio conservativo. Rispettare e proteggere gli alberi, curarli se malati è un dovere e una responsabilità comune. Invitiamo ad adottare un approccio di gestione e cura che valorizzi la presenza degli alberi come soggetti vivi e insostituibili. Vogliamo una pianificazione urbana che tenga conto della biodiversità presente e promuova l’educazione ambientale, le buone pratiche per la lotta ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale, affinché le generazioni presenti e future possano godere della bellezza e dei benefici che gli alberi portano al nostro pianeta.
Rinnoviamo l’impegno del FPV nella sensibilizzazione sul valore del patrimonio verde, obiettivi che si possono raggiungere solo con l’istituzione della Consulta dell’Ambiente e del Territorio, ormai ferma con le “quattro frecce” da troppi ed inspiegabili mesi; consapevoli che solo attraverso una maggiore attenzione collettiva e una visione sostenibile possiamo garantire un futuro migliore per noi e per i foggiani di domani.