“I servizi demografici sono essenziali in qualsiasi comune che intenda definirsi tale. Invece, i nostri concittadini devono sottoporsi a file interminabili, ad orari improbabili, ossia sin dall’alba, per chiedere il semplice rilascio della carta d’identità”. Lo scrive il consigliere comunale di opposizione a Manfredonia, Ugo Galli.
“Contesti, questi ultimi, in cui si creano, inevitabilmente, i presupposti per la manifestazione di sentimenti di sdegno e rabbia. Ieri pomeriggio, infatti, presso il palazzo della sorgente, si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine, per placare gli animi. I compiti in questione sono demandati esclusivamente al personale in sovrannumero che si dimena meritoriamente ben oltre le dodici ore settimanali lavorative, adoperandosi al di là dei propri obblighi, sovente (come nel pomeriggio appena trascorso) in assenza di funzionari o dirigenti. A tal proposito, il recente provvedimento sindacale si presenta assolutamente inadeguato, limitandosi a disciplinare i servizi per un numero insufficiente di giornate ed orari (disponibili complessivamente per due ore quotidiane)”.
E ancora: “Muovendo dalle descritte necessità funzionali, destinate alla cittadinanza, che significato assume la previsione, nell’ambito dell’ultima modificazione dei fabbisogni di personale, di due unità funzionarie da assegnare all’ufficio di staff del sindaco che le individuerà, peraltro, sulla base di scelte discrezionali? Non sarebbe stato, viceversa, preferibile assegnare un solo funzionario al sindaco, rafforzando i servizi demografici in maniera incisiva?
Siamo fieri, poi, di essere additati per gli asseriti tecnicismi. La legalità non è un contenitore vuoto, ma si fonda sull’esempio, dunque, sull’applicazione puntuale delle norme. Ed, in consiglio comunale – la massima assise locale – le regole vanno osservate, sicché noi segnaleremo ogni deviazione dalle disposizioni vigenti. In caso contrario, prevarrebbe la logica dei ‘tengo famiglia’, propria dei responsabili di associazioni, rispetto alla cui adesione, in sede di consiglio comunale, bene abbiamo fatto, a maggior ragione, ad astenerci, con il senno del poi, rappresentato dai fatti esposti dagli organi di stampa”.