C‘era una banda di cerignolani dietro i furti di veicoli commerciali in Toscana. In carcere sono finiti i cerignolani Matteo Cappellari, 46 anni, Antonio Dipaola, 28 anni, Michele Colucci, 32 anni, Alessandro Montemarano, 24 anni e il lucerino Carlo Minio, 66 anni. Ai domiciliari Antonio Nardella, 55 anni.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo ed in concorso fra loro, di furto pluriaggravato, riciclaggio, autoriciclaggio, falsità materiale commessa dal privato ed uso di atto falso.
L’indagine, avviata a seguito della segnalazione della “CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato” circa un’anomala impennata di furti di furgoni/autocarri nel territorio di Livorno, è stata sviluppata dai carabinieri del Nucleo Investigativo locale dal luglio 2023 allo scorso febbraio.
A parere degli inquirenti, gli arrestati erano “abili, scaltri, veloci ed operativi”, con una certa “abitualità delle condotte criminose nel compiere molteplici furti in diverse località”. La banda di cerignolani sapevano poi piazzare i veicoli all’estero, in particolare in Polonia.
Secondo la ricostruzione investigativa, gli indagati erano altamente specializzati nella commissione di furti seriali di veicoli commerciali (prevalentemente Iveco Daily, asportati in meno di due minuti mediante manomissione della centralina e dell’eventuale localizzatore GPS), sfruttando basi logistiche ubicate nel Pisano, dove trovavano ricovero durante le trasferte e dove verosimilmente svolgevano le attività propedeutiche all’esportazione della refurtiva tramite la contraffazione dei telai e la predisposizione di targhe e documenti di circolazione falsi.
Non si tratta di semplici furti, ma di condotte organizzate, pianificate e realizzate, in particolare 41 quelli ricostruiti durante l’indagine e contestati, a vario titolo, agli indagati commessi in gran parte nella Regione Toscana (nelle province di Livorno, Pisa, Lucca e Firenze), nonché nella Repubblica di San Marino e nelle province di Ravenna e Pesaro Urbino.