“Ho appena letto l’articolo su l’Immediato rispetto alla dottoressa Khadì (LEGGI QUI). Si rende conto del male che fate? Potreste essere citati perché non state dicendo la verità in quanto quello che scrivete è un 5% di quello che è successo”. È veemente la replica del vescovo di Foggia, Giorgio Ferretti dopo la notizia sulla direttrice della Caritas, Khady Sene parte offesa, precisiamolo ancora una volta, in un processo contro un sacerdote che, secondo l’accusa, la sposò nascondendole di essere un prete.
Ferretti ha contattato personalmente e telefonicamente la nostra redazione e ha detto: “State facendo del male a questa ragazza che ha appena realizzato un sogno diventando una persona di riferimento per la società foggiana e per la chiesa. È la realizzazione non soltanto di un suo sogno personale, ma anche di un bellissimo disegno di integrazione. Ed è stata nominata direttore della Caritas non perché era immigrata ma per le sue qualità e per i suoi meriti. Chiedo di togliere subito quella notizia perché state facendo veramente del male a una persona, quindi per piacere tolga quella notizia. Noi potremmo citarvi per diffamazione. Il processo non esiste, quel processo di cui parlate non esiste. Credo che sarete citati in giudizio, mi dispiace per questa cosa”.
Sulla proposta del quotidiano online di inviare una replica della Diocesi, Ferretti ha risposto: “Non do la soddisfazione di dare una risposta pubblica. Io casomai la do davanti alla magistratura. È stata fatta una cosa estremamente grave infangando la reputazione di una donna (senza mai spiegare dove sarebbe la diffamazione, ndr). È veramente una cattiveria, cioè proprio il male. Vi piace fare il male, complimenti. Complimenti veramente. Continuate su questa strada, con questo giornalismo scandalistico facendo soltanto del male alla gente”.
Inutile spiegare al vescovo che esiste il settore della cronaca giudiziaria, fatto di dati oggettivi che spesso e volentieri possono anche infastidire gli interessati. “Raccontiamo quello che succede a Foggia”, la posizione della testata. Ma qui Ferretti ha risposto con una frase eloquente e allo stesso tempo inquietante: “Non vi preoccupate che non racconterete più niente di quello che succede… Fate del male, vi rifiutate di capire e noi faremo in modo che non ne facciate più”. Appena viene informato della registrazione della telefonata in corso, imbarazzato prova a correggere il tiro: “Non sarete più invitati ad una conferenza stampa. Vi sto dicendo quello che sta per accadere”. Poi un fugace saluto e la chiusura della telefonata.
Morale della favola: in questa vicenda c’è un sacerdote che, senza rivelare il suo ruolo, ha ingannato una donna sposandola, gettando nuove ombre sulla chiesa, spesso al centro di scandali, e c’è una vittima, parte offesa in un processo, che oggi è un personaggio pubblico con l’incarico di direttrice della Caritas di Foggia. Insomma, tutti i requisiti della continenza, della verità e dell’interesse pubblico che tutelano la libertà di stampa, sanciti dalla Costituzione. Inoltre, esiste un procedimento penale in corso presso il Tribunale di Foggia, prossima udienza a novembre, che vede Khady Sene parte offesa. Ma per il vescovo di Foggia l’articolo va cancellato.