“Colosso della sanità investe ad Apricena”. Il post del sindaco uscente ricandidato alle prossime amministrative, Antonio Potenza, in piena campagna elettorale, è diventato virale con centinaia di like su Facebook. Ma come nei migliori contenuti esca dei social, c’è un escamotage di non poco conto: la foto del rendering utilizzata dal primo cittadino è quella del nuovo ospedale di Treviso. Basta navigare sul web per trovare le pagine della Steam srl di Padova, aggiudicataria della “cittadella sanitaria” presso il presidio ospedaliero “Cà Foncello”, questo sì un vero “colosso” – per il governatore Luca Zaia una ‘vera eccellenza della sanità veneta’ – con edifici da 6 piani, 25 sale operatorie, 450 posti letto e un investimento da 271 milioni di euro. Roba da marziani per la provincia di Foggia.
Invece, ecco cosa ha scritto Potenza nel suo post: “Oggi è uno dei giorni più importanti della mia vita politica ed istituzionale. Ci abbiamo lavorato per anni, sono andato in giro a cercare investitori seri ed affidabili per dare sempre più lustro e lavoro alla nostra città. Qualche giorno fa l’ufficializzazione. Un noto gruppo imprenditoriale (Salatto), tra i più importanti della Puglia, dopo una lunga interlocuzione istituzionale, ha deciso di investire qui, per realizzare una cittadella della salute che cambierà per sempre la storia della nostra città. Servizi di riabilitazione con 170 posti letto per i cittadini della Provincia di Foggia e per i territori limitrofi, con circa 200 nuovi posti di lavoro oltre tutto l’indotto. Avremmo voluto fare una conferenza stampa o un consiglio comunale, ma visto il momento elettorale, meglio rinviare. Ci saranno altre occasioni per illustrare il progetto alla città”.
La logica strumentale appare evidente non solo dalla foto, ma anche dai numeri forniti. Al momento, infatti, esiste solo un “interesse generico” dell’imprenditore Potito Salatto. Lo si evince già dalla lettera pubblicata dallo stesso sindaco: “Saremmo interessati a investire ad Apricena, dove vorremmo realizzare, grazie eventualmente a forme di sostegno pubbliche, una cittadella sanitaria funzionale principalmente alla riabilitazione. Per realizzare questo progetto, avremmo bisogno di un’area di qualche ettaro, dove poter costruire gli edifici e gli spazi verdi necessari. Le chiedo, quindi, di valutare la possibilità di incontrarci per definire una soluzione che risponda a queste nostre esigenze. Siamo certi che la nostra iniziativa possa portare benefici sia ai nostri ospiti, che avrebbero a disposizione una struttura all’avanguardia e vicina alle loro esigenze, sia ai territori di Apricena dell’alto tavoliere e del Gargano, che potrebbero beneficiare di nuove opportunità di sviluppo economico e sociale, anche alla luce di quelle nuove strutture territoriali, figlie delle progettualità legate al Pnrr, qualora la Regione Puglia valutasse positivamente le istanze specifiche”.
La richiesta di “un incontro” è datata 9 maggio 2024. Per comprendere meglio la questione, abbiamo sentito il noto imprenditore della sanità privata foggiana. “Ognuno fa campagna elettorale come può…”. Quando gli chiediamo se esista un progetto e se sia stato mostrato al candidato, visto il tenore molto generico della missiva, risponde: “È un sondaggio di disponibilità, basato su una questione molto semplice – dice Salatto -. Visto che abbiamo un rapporto con il Comune di Rodi Garganico, che ci ha comunicato una lettera di scadenza, a questo punto mi sembra che mi debba muovere per tempo, 6-7 anni prima, per sistemare la struttura in un altro posto più favorevole geograficamente al mio gruppo. Tutto qua. È un’idea come ne posso avere tante altre. Non c’è nient’altro“.
Ma il progetto con i 170 posti, allora? “Macché, 300-400 posti, si tratterà soltanto di trovare una soluzione per i miei stessi dipendenti che verrebbero spostati. Questa è una questione della Regione, che non è particolarmente favorevole a noi, ma che se dovesse decidere di aggiornare i posti letto per ridurre l’impatto della mobilità passiva verso le altre regioni, allora qualcosa si potrebbe fare per migliorare i servizi offerti dal punto di vista quantitativo e qualitativo”. Dunque, anche la questione dei “nuovi posti” di lavoro non sarebbe vera. Non proprio una “bugia” dai riverberi irrisori per una terra che soffre da tempo per la disoccupazione. Per fortuna il fact-checking potrà dare una mano ai cittadini nella selezione delle proposte dei candidati, senza farsi abbagliare dalle immagini degli eldorado già realizzati. Al nord Italia però.